Per il Comune di Castell'Alfero, il rettore Fernando Tognin ha scelto Verena Furia
Verena, racconta come sono stati i tuoi inizi nel mondo del Palio e nel tuo comitato?
Sono entrata nel mondo del Palio giovanissima, introdotta da mio padre. Sono stata diversa anni all'interno del Comitato, per poi prendermi una pausa: salvo poi ricominciare quest'anno.
Cosa rappresenta per te la tua appartenenza a Castell'Alfero?
E' paese dove sono nata, abito e lavoro. Per me è davvero importante far sì che la passione del Palio non si spenga all'interno di Castell'Alfero. Ed è per questo che, sebbene il mio lavoro attualmente sia impegnativo, ho deciso di tornare per dare una mano a Tognin nel ricostruire un gruppo solido e ben strutturato per far ripartire l'avventura di Castell'Alfero al Palio.
Vincere il Palio: cosa significa questa emozione?
Il primo Palio vinto nel 1997, ero incinta del mio primo figlio. Non potevo stare nel parterre con i borghigiani più accaniti, e dovetti stare buona. Ma me lo ricordo come una grande emozione e con anche tante animate discussioni in seguito al mortaretto che era scoppiato a metà. Il secondo anno, invece fu un'altra emozione: ero in piazza con il mio figlio di un anno e godetti appieno di questo splendido bis.
LA CORSA
Nell'anno della rinascita, Castell'Alfero si affida al figlio d'arte Enrico Bruschelli. Il cavallo molto probabilmente, sarà il Blasco. Una accoppiata tutta da testare per un Comune che vuole far bene in un Palio fatto con uno sguardo al futuro.
Per un Palio "Reboot"
IL CORTEO
“Ad marchum vel libram astensis”. Pesi e misure a Castell’Alfero nel medioevo