martedì 9 settembre 2014

Aspettando il Palio 18) Castell'Alfero ... tre domande a Verena Furia




Per il Comune di Castell'Alfero, il rettore Fernando Tognin ha scelto Verena Furia




Verena, racconta come sono stati i tuoi inizi nel mondo del Palio e nel tuo comitato?


Sono entrata nel mondo del Palio giovanissima, introdotta da mio padre. Sono stata diversa anni all'interno del Comitato, per poi prendermi una pausa: salvo poi ricominciare quest'anno.

Cosa rappresenta per te la tua appartenenza a Castell'Alfero?

E' paese dove sono nata, abito e lavoro. Per me è davvero importante far sì che la passione del Palio non si spenga all'interno di Castell'Alfero. Ed è per questo che, sebbene il mio lavoro attualmente sia impegnativo, ho deciso di tornare per dare una mano a Tognin nel ricostruire un gruppo solido e ben strutturato per far ripartire l'avventura di Castell'Alfero al Palio.

Vincere il Palio: cosa significa questa emozione?

Il primo Palio vinto nel 1997, ero incinta del mio primo figlio. Non potevo stare nel parterre con i borghigiani più accaniti, e dovetti stare buona. Ma me lo ricordo come una grande emozione e con anche tante animate discussioni in seguito al mortaretto che era scoppiato a metà. Il secondo anno, invece fu un'altra emozione: ero in piazza con il mio figlio di un anno e godetti appieno di questo splendido bis.

LA CORSA

Nell'anno della rinascita, Castell'Alfero si affida al figlio d'arte Enrico Bruschelli. Il cavallo molto probabilmente, sarà il Blasco. Una accoppiata tutta da testare per un Comune che vuole far bene in un Palio fatto con uno sguardo al futuro.

Per un Palio "Reboot"   


IL CORTEO



“Ad marchum vel libram astensis”. Pesi e misure a Castell’Alfero nel medioevo 

Il Comune di Asti imponeva a tutte le terre e villaggi costituenti la "Patria Astensis" di uniformarsi alle misure di peso, lunghezza e capacità in uso nella “capitale”. A tal fine, e sotto pena di pesanti sanzioni, ogni comune e villaggio del territorio astigiano era tenuto a dotarsi di appositi campioni, ai quali dovevano scrupolosamente attenersi i rivenditori, gli esercenti, i dettaglianti e in generale tutti coloro che vendevano merci o derrate a misura e a peso. Ogni anno i consoli o rettori di ciascun villaggio (e Castell'Alfero tra questi) dovevano portare in Asti i campioni dei pesi e delle misure per farli verificare, approvare e timbrare presso il palazzo del podestà alla presenza degli Ufficiali del Giudice delle Reve; nell'occasione, gli stessi consoli giuravano di controllare scrupolosamente affinché tutte le merci fossero vendute "ad marchum vel libram astensis". Gli Statuta Revarum, in una “reformagione” del 1475, specificano dettagliatamente quali dovevano essere i campioni delle misure da far verificare in Asti: per le misure di capacità lo staro (circa 50 litri), l'emina (circa 23 litri), il quartirone (12 litri), lo scopello (3 litri), la pinta (1,4 litri), il quartino (0,35 litri), il terzo (0,25 litri) e il mezzo quartino (0,17 litri) per i liquidi e gli aridi. L'alna, pari a circa 120 centimetri, ed il raso pari a 70 centimetri per le misure di lunghezza. La libbra (360 grammi), la mezza libbra (180 grammi), il quartirone (90 grammi), l'oncia ( 30 grammi) e la mezza oncia per il peso. Inoltre si dovevano sottoporre a verifica anche un prototipo di stadera grande e uno di bilancia.