Per il Borgo San Lazzaro, il rettore Carlo Biamino ha scelto Giorgio Rubiola
Giorgio racconta come sono stati i tuoi inizi nel mondo del Palio e nel tuo comitato?
Per me il Palio è stata una scoperta: essendo originario di Torino sono entrato in questo mondo attraverso le bandiere. Da lì sono arrivato al gruppo San Lazzaro, che in poco tempo è diventata la mia seconda famiglia, anzi, come mi ricorda mia moglie, la mia prima famiglia.
Cosa rappresenta per te la tua appartenenza a San Lazzaro?
San Lazzaro è un rione dove ho cercato di fare qualsiasi cosa: anche se abito alla Torretta, e quelli di Corso Torino ogni tanto mi lanciano qualche battutina, sono e rimarrò fedele ai colori giallo e verdi. Ho sfilato, ho cucinato, insomma, mi sono reso utile in ogni circostanza. Ora per alcuni problemi di salute, non riesco più a fare quello che vorrei, e me ne dispiace: per esempio, quest'anno, dopo tanto tempo, non riuscirà ad essere con il mio borgo ai campionati A1
Vincere il Palio: cosa significa questa emozione?
Abbiamo vinto nel 1999 e nel 2001 e nel 2008: sono state tutte emozioni molto diverse tra loro. Mi ricordo che la prima volta ero anche responsabile dei festeggiamenti, e al momento della vittoria ero molto preoccupato perché non sapevo il lavoro che mi aspettava.
LA CORSA
San Lazzaro va sul sicuro e al canapo schiera fantino (Gingillo) e cavallo (The Killacy) vincenti lo scorso anno. Oltre a ciò, la scuderia possiede altri ottimi soggetti.
Tra i favoriti della piazza
IL CORTEO
Arti liberali e scienze sacre: base della formazione scolastica medioevale e chiave del sapere divino
Nonostante le scarse notizie specifiche in merito, è il grande sviluppo economico di Asti nel medioevo a legittimare la deduzione di una vita culturale precoce e vivida almeno quanto quella economica. I tanti ordini religiosi presenti in città possedevano proprie biblioteche ed erano disposti anche a indebitarsi per arricchirle, come comprova il documento CCIII della raccolta delle Carte dell’Archivio Capitolare di Asti datato al 1205, nel quale un presbiter rector chiede ad un altro sacerdote 20 soldi astesi in prestito per comprare libros eiusdem ecclesie. Una schola vescovile era con ogni probabilità attiva presso i chiostri della cattedrale e certamente non mancarono in città le scuole attivate dagli Ordini Religiosi. Queste ipotesi trovano conferma nell’opera di un Astensis poeta intitolata Novus Avianus utilizzata nelle scuole di grammatica e nella figura di Alberto di S. Martino autore di un manuale di ars dictandi sulla retorica con particolare riferimento all’elaborazione epistolare. Grammatica e retorica insieme alla dialettica andavano a comporre il Trivio che insieme al Quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia e musica) costituiva la base della formazione scolastica medioevale. Le arti liberali, contrapposte a quelle meccaniche, richiedevano attività intellettuale e applicazione di mente e spirito. Furono studiate e classificate già nella cultura alessandrina, ma nel medioevo resistettero alle censure ecclesiastiche come parti di un sapere nel quale la ragione era applicata alla fede, diventando uno tra i soggetti più raffigurati nelle arti pittoriche. Il Borgo San Lazzaro intende rappresentare le Arti Liberali e le Scienze Sacre ispirandosi all’affresco di Andrea Bonaiuti del Cappellone degli Spagnoli in Santa Maria Novella a Firenze, nel quale le 7 arti Liberali sono raffigurate con le loro allegorie ed i pianeti protettori e le 7 scienze sacre (la Legge Civile, La Legge Canonica, la Filosofia, La Sacra Scrittura, La Teologia, la Contemplazione e la Predicazione). Aprono il corteo un omaggio all’affresco e San Tommaso d’Aquino accompagnato da due frati a simbolo del ruolo dell’ordine domenicano negli studi e nella loro diffusione.