domenica 16 settembre 2012

Quella "gent alegher" a cui mancava il sorriso da troppo tempo


Nui sima gent alegher, an piàs a divertissi, ridi, bèivi e nen sgherié": così inizia la Sanrocchese, l'inno ufficiale di uno dei cuori pulsanti di Asti, quel comitato di San Martino San Rocco che tanto ha dato al Palio dal 1967 ad oggi.

Ma la "gent alegher", almeno per quanto riguarda la corsa del Palio, i sanrocchesi non lo erano più. Troppe le occasioni "sgharià", buttate alle ortiche della sfortuna negli anni, troppe le delusioni per un rione con troppi anni di digiuno sulle spalle: basti pensare al Palio del 2007, confezionato su misura dei bianco verdi e mai indossato per colpa di una cavalla messa di traversa all'ultimo giro.

Quello di stasera è stato anche il Palio contro la malasorte, una sorta di catartica uscita da un tunnel buio dove negli anni in piazza San Martino è passato tutto il campionario dei disguidi che un Palio può mettere in conto: dai cavalli messi di traverso ai mortaretti che non scoppiano agli infortuni ai cavalli all'ultimo minuto.

Quest'oggi, invece, il Palio di San Martino San Rocco è stato perfetto: il Buce ha tirato la corda fin come e quando ha potuto. L'abilità e l'esperienza hanno fatto il resto.

Torna ad essere "gent alegher" davvero, stasera, la gente di San Rocco. Come ebbi modo di scrivere una volta, un grande popolo si vede negli anni del digiuno, ma anche nel momento della vittoria. Una vittoria vissuta così come è nel DNA di San Martino - San Rocco: senza eccessi, senza roboanti dimostrazioni di forza, ma con impegno e determinazione e con la testa alta.

E stasera, al di là delle ovvie polemiche, il Palio deve rendere grazie alla Burgà dji Lader per aver scritto un'altra bellissima pagina di Storia.