lunedì 17 settembre 2012

LA CRONACA DEL PALIO 2012

Cosa dire di questo Palio 2012, che ha riportato finalmente il drappo a casa della Burgà dji lader? Se lo mettiamo in confronto con il precedente, le differenza sono notevoli. E' stato un Palio tranquillo sotto molti aspetti, anche se la finale nervosa ha protratto fino all'imbrunire la corsa.

I RITI DELLA MATTINA





Sui giorni del Palio, finalmente risplende un sole caldo. Così, dopo tanti anni, tutti i rituali si svolgono con serenità. Si svolgono con calma anche le cene propiziatorie, che tornano tutte nelle location originali, spesso abbandonate per i capricci del tempo.

IL CORTEO STORICO







Caldo anche l'inizio del corteo storico, che sfila per una Asti affollata di tanti turisti e locali. Vince la pegamena Soroptimist il borgo Santa Maria Nuova, con il tema del "Calendimaggio" rito arcaico ma sempre azzeccato. Sfila solo il vessillo di Tanaro, che si inginocchia davanti al popolo bianco azzurro in tribuna. E' una bella scena di Palio. Sfilano le prostitute di Nizza Monferrato e anche quelle della Torretta. Bello e originale il tema di San Lazzaro, dedicato all'aglio, e anche la "Ciabra" di Viatosto. Il Capitano del Palio chiede licenza di correre: a rispondergli, per la prima volta, è Fabrizio Brignolo. Su "San Secondo vi assista" la voce del sindaco cede all'emozione. Giro di pista.

Oggi Asti corre il "suo" Palio. Come ha detto qualcuno, quanti significati in così poche parole.

PRIMA BATTERIA








Va in pista la prima batteria ed è subito Palio. Un Palio già sofferto (ma ne abbiamo visti di ben peggiori) con tre partenze false. Il cavallo di San Pietro, battezzato provvidenzialmente "Il Critico" , critico lo è davvero. Non riesce a tenere il canapo, a poco valgano le ripetute indicazioni del mossiere. Viene arretrato anche il cavallo di San Marzanotto, Gas Gas, montato da Alessandro Chiti "Voragine" che scalcia San Pietro. Alla partenza buona, però il dettame non viene rispettato. Il canapo cade quando il cavallo di Tanaro, Rocco, montato da Bighino, si gira sulla destra. Il cavallo incespica un po' e perde l'attimo. Così esce subito dal Palio uno dei favoriti della vigilia. La corsa non presenta particolari emozioni: prende la testa San Marzanotto seguito da San Pietro e dopo Viatosto. Il cavallo di Viatosto perde un paio di posizioni a discapito di quello di San Lazzaro, che trova l'ultima posizione utile per la finale. La delusione dei Tanarini è tanta, la rabbia di Rubba è forte. Quello che doveva essere il Palio di Tanaro, finisce ancora prima di cominciare.

SECONDA BATTERIA







Seconda batteria con una mossa veloce, anche se il lavoro alla mossa per Bircolotti non cambia mai. Sempre qualche problemino al canapo per alcuni cavalli, San Paolo e San Damiano in particolare. Alla mossa buona, la prima, partono in testa Baldichieri seguito da Moncalvo e Nizza Monferrato. Rimangono praticamente fermi San Paolo e Castell'Alfero, praticamente mai in gara.

Martin Ballestreros porta agevolmente a casa la finale, mentre l'unica vera lotta è quella tra Nizza e San Secondo. Il Rione del Santo al secondo giro sgomita un poi' con i nicesi, e alla fine guadagna il terzo posto utile per la finale.

TERZA BATTERIA











E' la batteria di "ferro" si dice, con tanti rioni, borghi e comuni degni di una finale. Sei cavalli al canapo, ma a Bircolotti non si fanno sconti. Cinque le partenze false: si vede un Bartoletti molto nervoso al canapo, così come la Cattedrale. Il lavoro anche in questo caso è lungo: Montechiaro in ultima posizione guarda con insistenza Cattedrale e San Martino San Rocco. Più volte la mossa viene forzata dal Buce, altrettante da Mari di San Silvestro. Alla partenza buona, la sesta, scatta in testa Gingillo della Torretta seguito da Santa Maria Nuova e Cattedrale. Il Buce perde l'attimo, parte male, ma in meno di un giro è addosso ai bianco azzurri. Passa la Cattedrale, che perde poi vistosamente terreno nel terzo giro. Il distacco tra il terzetto di testa e gli inseguitori e tale da permettere a Gingillo di chiudere tranquillo la corsa.

FINALE








Il cuore del Palio 2012, sta tutto qui: in questa mossa della finale lunga, estenuante, 62 minuti di orologio. Le notte incomincia ad allungarsi su piazza Alfieri ma i cavalli non hanno nessuna intenzione di partire. Dal canapo c'è San Martino San Rocco, poi San Marzanotto, Baldicheri, San Secondo, Moncalvo, San Lazzaro, Torretta, San Pietro e Santa Maria Nuova. Il gioco degli equilibri interni dei rioni, tra chi vuole andare a vincere con più insistenza e chi meno, consegna forse al mossiere la finale più difficile tra quelle che si potevano prevedere. Nei 62 minuti di mossa i cavalli girano e rigirano tra i canapi, ci si parla tantissimo (è un dialogo quasi ininterrotto quello che c'è tra San Martino San Rocco e San Pietro). Il mossiere chiama e richiama, fa scoppiare il mortaretto otto volte (spesso per "alleggerire" la mossa) ma alla fine Bircolotti poco può di fronte a una situazione di stallo come quella. Più che al Palio, sembra di fare una partita a Risiko. E' lampante e sotto gli occhi di tutti che i fantini cercano un accordo in grado di portare alla partenza buona, l'ottava.

Chi attacca il mossiere, forse non sa (o dimentica) le regole del Palio, una corsa diversa da tutte le altre, dove ogni cosa si compra e si vende. Ed è tra i canapi, che Bucefalo tesse la tela della sua strategia, è lì che il "nonno" fa vedere la sua esperienza, il suo sangue freddo. Rischia tanto, perché dopo otto false il rischio di partire male è altissimo. Ma il Buce non perde mai il controllo della situazione. La partenza buona lo vede partire benissimo: lo spunto iniziale che forse manca al cavallo, Farnetani lo recupera alla prima curva, chiudendo Moncalvo.

Il Palio è già finito: è solo una cavalcata trionfale lunga tre giri. Il "vecchio" della piazza alza il nerbo praticamente davanti al Reale: è tutta piazza Alfieri a rendere omaggio a chi ha saputo trasformare la finale nella sua passerella d'onore e a un grande rione che ha saputo ancora credere in lui.