venerdì 5 settembre 2014

Aspettando il Palio 14) Montechiaro ... tre domande a Graziella Parena




Per il Comune di Montechiaro, il rettore Gian Marco Rebaudengo ha scelto Graziella Parena



Graziella racconta come sono stati i tuoi inizi nel mondo del Palio e nel tuo comitato?

I miei inizi nel mondo del Palio sono già presenti sin dall'infanzia: mio padre era molto vicino a GianMarco Rebaudengo e già all'epoca pensavano di inserire Montechiaro al Palio. Io ero una bambina e ho iniziato a vivere nel mondo del Palio da quell'età,incominciando a fare la damigella. Poi, pian piano, sono riuscita ad inserire mio marito e sto cercando di fare per il Comitato quello che avrebbe voluto fare mio padre, che purtroppo è mancato giovane e non è riuscito a fare tutto quello che avrebbe voluto per i suoi colori.

Cosa rappresenta per te la tua appartenenza a Montechiaro?

Non saprei dire: per me Montechiaro è tutto, e mi vengono i brividi solo a sentirne parlare. E un qualcosa che non saprei descrivere: è il paese dove sono nata e cresciuta, e lì c'è un pezzo della mia vita.

Vincere il Palio: cosa significa questa emozione?

Abbiamo vinto il Palio il primo anno che sfilavo: per me è stata un'emozione bellissima. Ora sono un po' di anni che non abbiamo più molta fortuna, ma in ogni caso ad ottobre si ricomincia con la grinta di sempre

LA CORSA

Montechiaro si affida a Martin Ballesteros, uno che il Palio di Asti lo conosce a menadito. Il cavallo, molto probabilmente, sarà quello di una scuderia astigiana. Con Pampero, almeno la finale è l'obiettivo minimo

Si affida all'estro di Martin   


IL CORTEO






Gli abitanti di Montechiaro giurano fedeltà a Valentina Visconti


Nel 1387 Gian Galeazzo Visconti, dal 1379 Signore di Asti, concedeva la città ed il territorio da essa dipendente in dote alla figlia Valentina per il suo matrimonio con il Duca Ludovico di Touraine, fratello del Re di Francia Carlo VI.
Il perfezionamento di un atto politico di questa portata necessitava di una complessa procedura insieme giuridica e simbolica, che prevedeva, tra l’altro, il giuramento di fedeltà dei cittadini a Valentina.
Anche gli abitanti di Montechiaro, paese sul quale il Comune di Asti esercitava da secoli il proprio controllo e destinato a passare sotto la nuova dominante, dovettero dichiarare esplicitamente la loro fedeltà ai nuovi signori: il 26 maggio 1387 a Montechiaro nella chiesa di Santa Maria Maddalena i cives si presentarono davanti ai delegati ducali, Bertramo Guasco per Valentina e Catelano de Christianis per Ludovico, e giurarono fedeltà e omaggio a Valentina e al suo sposo Ludovico nelle mani del notaio Jean Sicard, toccando con la mano il Santo Vangelo.
Il documento che attesta questo episodio riporta tutti i nomi degli abitanti coinvolti nella cerimonia solenne: giurarono soltanto i cives a pieno titolo, ovvero i maschi di età superiore ai quattordici anni, mentre furono esclusi i religiosi e i nullatenenti. Furono parimenti escluse le donne, nobili, borghesi o popolane,
Nella ricostruzione dell’episodio il corteo biancoceleste vuole rappresentare il momento del giuramento facendo sfilare i protagonisti, ovvero il Notaro, i delegati Ducali e i cives, ma anche gli esclusi: i religiosi che recano i Sacri Testi, i nullatenenti che seguono il corteo rumoreggiando e chiedendo la carità, dame, damigelle, borghesi e popolane che accompagnano i propri congiunti ed infine i portacolori.