martedì 24 gennaio 2012

Un anno di "Canapo", cinque minuti di "Palio



Vorrei parafrasare una vecchia frase: "La corsa è solo una manciata di secondi: tutto il resto si chiama Palio".

Chi ama la Festa, chi la segue e chi ne è artefice, credo che non abbia bisogno di ulteriori spiegazioni. Il Palio è qualcosa che ti prende dentro, un poco alla volta, è una di quelle cose che quando la comprendi fino in fondo capisci che non la abbandonerai più.

Mi ricordo, quando ero bambino, durante il lungo mese di agosto passato in vacanza a casa dei nonni in campagna, aspettavo con trepidazione di avere tra le mani il "depliant" del Palio. Mi piaceva sfogliarlo, guardarne le immagini, "sentire" i fruscii dei velluti dei costumi e "annusare" l'odore della terra smossa dagli zoccoli dei cavalli nelle foto della corsa.

Aspettavo con trepidazione la terza domenica di settembre: una data che segnava non solo il compimento di una lunga attesa, ma anche un vero e proprio rito di passaggio, tra l'estate e l'autunno, per un bambino di allora tra le vacanze e l'inizio del nuovo anno scolastico.

In questo tempo in cui ho curato Il Canapo, ho pensato spesso a queste immagini della mia infanzia, a quanto ho caricato di significati e rappresentazioni quella che per tanti è solo una corsa di cavalli. Tre giri di piazza e un pezzo di stoffa, a volte manco tanto bello.

E ho pensato spesso anche al fatto che come la mia, il Palio, come tutti i grandi riti collettivi, contiene la storia di ognuno di noi.

Avevo scritto, una volta, che la storia del Palio nasce in tanti posti diversi, ma finisce in un unico luogo, la piazza. Mai come ora ne sono convinto.

Come tanti film dalla trama e dall'ambientazione diversa, ma con la stessa location della scena finale, ognuno ha una sua "Storia" del Palio, proprie motivazioni che lo portano lì, quella domenica, in quel luogo, per assistere a quella che tanti definiscono una "follia collettiva"..

Ognuno ha un suo Palio da poter raccontare: un Palio drammatico o un Palio legato a un particolare evento.

Io ho cercato di raccontare il Palio, con la consapevolezza che in questo racconto sono legate le storie, e le emozioni di tante vite, l'anima di una buona parte della città e di un territorio.

Curare Il Canapo ormai è diventato un gesto naturale e quotidiano, quasi abitudinario, come prendere il caffè al mattino. Il mio rapportarmi con questo lavoro mi ha permesso di scoprire cosa vuol dire il detto "Il Palio si corre tutto l'anno e dura una vita intera". E capire anche che è così per chiunque ami la nostra Festa.

E' questa, secondo me, la più bella consapevolezza: sapere di questo sacro fuoco che ci accompagna tutti i giorni, di chi " se non parlo di Palio almeno 5 minuti al giorno sto male". E' la bellezza di questo sentimento condiviso, capire, anche nella rivalità più accesa, che "il Palio" è la stessa cosa che ci unisce e ci divide. Ma ciò che unisce è infinitamente più forte di ciò che ci divide.

Oggi Il Canapo, compie un anno. Per tutti voi, e siete tanti, che ci seguite, penso che il miglior modo di ringraziarvi sia quello di continuare a offrirvi "quei 5 minuti di Palio" giornalieri.

Alessandro Franco Twitter @AlessanFran