lunedì 2 gennaio 2012

"San Secondo dei mercanti" rivive in un libro edito dalla Se.Di.Co.


La Se.Di.Co. ancora una volta onora la città di Asti con un libro dell’autore Gianfranco Monaca: ”Asti San Secondo dei mercanti”.

L’autore nella prefazione parte da molto, molto lontano, da città come: Ninive, Babilonia, Gerusalemme (citate nell’Antico Testamento della Bibbia). Lo scopo è ben preciso e lancia un grido d’allarme: ricostruire la mitologia della città.

Diventa un’urgenza civile. Bisogna far rifiorire le fiabe - i miti - per restituirle all’umanità. Gianfranco Monaca, continua il suo intervento, scrivendo: ”Il razionalismo miope ha diffamato i miti e le fiabe, poiché appartengono alla mentalità infantile del singolo come dell’umanità-ha negato loro il valore di verità”.

"E’ un’operazione infame, che sta alla base del disprezzo che la cultura tecnocratica ostenta per chi non è produttivo, nel senso più banale del termine (i bambini e i vecchi sono il popolo della fiaba) e che spiega lo sfruttamento minorile e l’emarginazione degli anziani perpetrato in tutte le sue orribili varianti da questo civilissimo mondo industrializzato, che sta correndo al suicidio a causa della propria cecità”.

Queste parole sono appropriate al volume presentato. Oltre trecento pagine che si dipanano, nel descrivere il mito della città e di un quartiere di Asti abitato da mercanti, il mito dei mestieri, San Secondo dei Mercanti, il mito di San Secondo, il mito dell’arte sacra, il mito della festa. Interessante nel capitolo ”Il mito dei mestieri”, l’autore descrive corso Alfieri con una precisione tale, partendo da ragazzo quando la gente del posto non si era ancora ravveduta alla nuova definizione, risalente al 1873 veniva chiamata “contrà Maestra”. La madre di tutte le strade astigiane.

Il libro per la prima volta narra dei misteri e gli interrogativi più intriganti della storia e dell’archeologia escono dal recinto degli specialisti e vengono proposti al grande pubblico, senza per questo rinunciare al rigore scientifico.

Il volume è pure un omaggio alle lunghe generazioni di mercanti e artigiani i quali hanno creato la città di Asti dai mille mestieri regolamentati dal “Codice Catenato”, degli Statuti Astesi.

Nella borsa dei mercanti medioevali astigiani brillava l’immagine del Santo, impressa sulle monete, che erano tra le più quotate d’Europa. Sottolinea sempre Gianfranco Monaca, la città di Londra la via in cui hanno sede le più importanti banche del mondo, porta il nome Lombard Street in onore degli astigiani presta denari che nel medioevo erano detti Lombardi.

Questa narrata è una delle tante curiosità che l’opera conserva. La pubblicazione (piacevole nella lettura) riporta nella prefazione un paragrafo con una citazione di Federico Zeri in una conversazione a Rai 1 (1 giugno 1997): ”La storia è tutto un racconto che noi ci inventiamo”.