giovedì 26 gennaio 2012

Governo Monti "dimentica" decreto. Salva la cerimonia dell'Offerta il primo martedì di maggio

Vi ricordate la famosa questione delle Feste Patronali, accorpate alla prima domenica successiva la loro celebrazione.
Il primo martedì di maggio, con la consueta cerimonia dell'Offerta del Palio al Santo Patrono, come sarebbe stato celebrato? Accorpato alla domenica successiva o il sabato precedente in concomitanza con la stima?
Prima a rischio erano le feste laiche, 25 aprile, 2 giugno e 1 maggio, salvate da un emendamento del Pd. A rischio quindi rimanevano le festività patronali, tranne quella Romana, "Santissimi Pietro e Paolo", perché Concordataria e che necessitava per una modifica di un trattato internazionale.
Ora il decreto "taglia Patroni" è carta straccia.
Secondo il decreto che le cancellava, diventato legge a settembre dopo l’approvazione del Parlamento, la "norma-Epifania" (quella che tutte le feste voleva portar via) aveva bisogno di un passaggio ulteriore per tirare una riga sulle festività segnate sul calendario. Il governo avrebbe dovuto emanare un altro decreto per decidere quali festività spostare alla "prima domenica immediatamente successiva" (oppure, in alternativa, al venerdì precedente o al lunedì successivo). La scadenza era chiara: entro il 30 novembre. Ma all’epoca il neonato esecutivo guidato da Monti era in tutt’altre faccende affaccendato e così il pro memoria è finito nel dimenticatoio. Un governo tecnico che inciampa in un problema tecnico, capita.