giovedì 9 novembre 2017

Dal "Canapo" alla guida di San Paolo, Alessandro Franco si racconta


Quando nel lontano 2011 fondava questo sito internet, Alessandro Franco era un giovane amante del Palio, già scelto dal Comitato Palio di San Paolo per ricoprire il ruolo di Segretario, desideroso di mettere insieme due grandi passioni, quella del Palio e quella del giornalismo. Un anno fa, dopo aver fatto crescere per ben cinque anni la sua "creatura", sceglieva di passare la mano e, a distanza di poche settimane, assumeva la carica di Vice Rettore del Rione di Via Solari. Dopo un anno di apprendistato, con il proprio curriculum arricchito dalla vittoria del premio sfilata con il Corteo Storico da lui ideato, Alessandro Franco è stato nominato Rettore di San Paolo e "Il Canapo" lo ha intervistato, in una chiacchierata tra passato, presente e futuro.

Alessandro, fino a poco più di un anno fa su queste stesse pagine scrivevi i tuoi articoli. Oggi rilasci un’intervista da Rettore di San Paolo. Quali sono le tue prime emozioni in questo nuovo ruolo?
"Raccontare il Palio e farlo sono due cose radicalmente diverse. Mi sono accostato al "Canapo" raccontando il Palio e cercando di fare un servizio informativo per gli appassionati di Asti e di altre città che seguivano questo mondo. Ho sempre sostenuto, però, che per raccontare il Palio e per capirlo, fosse necessario anche farlo e ho quindi sempre voluto rimanere all'interno del Comitato e avere un'appartenenza all'interno di un Rione perché ritengo indispensabile, anche per chi racconta il Palio, capirlo. E il Palio lo si capisce dall'interno perché se non si vivono certe emozioni non si possono neanche raccontare agli altri. Quest'anno il mio sarà un ruolo diverso, dovrò dimenticare il modo di agire e di comportarmi che avevo prima e dovrò pensare solo agli interessi del Rione San Paolo."

Il tuo curriculum “di Palio” è sicuramente particolare. Come ti sei avvicinato al Palio e che ruolo ha ricoperto “Il Canapo” nel tuo percorso?
"Non so dire con esattezza quando mi sono avvicinato al Palio perché il primo che ho visto era, probabilmente, quello dell'86 e, avendo solo tre anni, ero troppo piccolo per ricordalo. Ricordo però, quando vivevo con i miei genitori, la sfilata che usciva dal cortile dell'oratorio la domenica mattina e ricordo la mia felicità nel sentire il primo tocco di tamburo che mi dava l'aria di una festa. Una cosa che mi ha accompagnato in tutti questi anni. "Il Canapo" era nato con l'intenzione di unire una passione, quella del Palio, con un'esigenza, quella di dare uno strumento diverso rispetto a quelli che c'erano. Serviva un'informazione più immediata di quella che c'era e questo è stato apprezzato dal mondo del Palio, con tante persone che mi dicevano che la lettura del sito era diventata un appuntamento quotidiano, paragonabile a quello mattutino con "La gazzetta dello sport"."

Ora, un anno dopo, questa nuova avventura da Rettore. Quali sono i tuoi obiettivi alla guida di San Paolo?
"L'obiettivo è prima di tutto quello di aprire il Rione al quartiere. Mi piacerebbe un Palio "in uscita", con, come già detto anche dal Sindaco, momenti durante l'anno in cui il Palio sia protagonista ed appaia maggiormente alla città. Lo stesso vorrei succedesse al Rione San Paolo che dovrebbe apparire di più nelle vie, nelle piazze e nelle strade. Rinchiudersi troppo non fa bene né al Comitato, né al Rione, né al Palio."

E il tuo sogno?
"Il mio sogno si chiama Chiesa della Santissima Trinità. Noi abbiamo la fortuna, come Rione San Paolo, di essere discendenti diretti dell'ultima Confraternita ancora attiva ad Asti, quella della Trinità, che correva il Palio anticamente nel '600 e che rappresenta un ponte tra passato, presente e futuro. La Chiesa della Confraternita, oltre ad essere un gioiello barocco ed una bellissima Chiesa, è il centro geografico e spirituale del nostro Rione e per questo motivo mi piacerebbe poterla sfruttare al meglio per degli eventi. Un'azione di questo tipo sarebbe, secondo me, molto bella non solo per il nostro Rione ma per tutto il mondo del Palio."

Hai scelto al tuo fianco un direttivo formato al 50% da giovani e al 50% da persone ricche di esperienza. Possiamo dedurne che la tua linea guida sia quella di guardare al futuro senza dimenticare quanto di buono San Paolo ha fatto nel corso degli scorsi anni?
"Sostengo, non solo nel Palio, che è il passato a segnare la strada per il futuro. Bisogna quindi fare le cose senza paura di cambiare e di rinnovarsi, ma per prendere le giuste scelte è necessario guardare quanto di buono ci ha riservato il passato. Gli esempi del passato e quanto fatto negli scorsi anni da San Paolo devono quindi essere d'esempio per le cose che potremo fare nel futuro. La risposta precedente è, infatti, sintomatica di questo: usare un pezzo della nostra storia per traghettarci nel futuro."

A proposito di passato, quello più recente ha visto San Paolo vincere il "premio sfilata" nel 2017. Responsabile della Commissione Artistica eri proprio tu. Anche nel nuovo anno proverete a stupire il pubblico con il vostro Corteo Storico?
"Sicuramente sì. A me, personalmente, non piacciono i temi troppo ingessati e quindi anche quest'anno cercheremo di proporre qualcosa di diverso e di originale. L'anno scorso abbiamo fatto la morte, quest'anno cercheremo di rispondere con la vita."

Oltre al direttivo hai già nominato la nuova commissione corsa, segnale di come San Paolo sia già pronto a lavorare verso la corsa del 2018. Avete già qualche idea in merito al fantino al quale affidare le vostre sorti? 
"Abbiamo un'idea di quello che può essere il nostro Palio e la gestione dello stesso. Non ci sono ancora nomi precisi in quanto non ho ancora riunito la Commissione Corsa per fare insieme le dovute valutazioni." 

Il Palio di Asti, oltre all’annunciato cambio di data, si prepara ad una sorta di rivoluzione. Come vedi le recenti modifiche e in cosa potrebbe migliorare e crescere, secondo te, la nostra Festa?
"Il cambio di data è una scelta coraggiosa e un grosso salto in avanti. Da quest'anno, infatti, non avremo più l'alibi delle Sagre o della Douja ma Palio dovrà camminare sulle proprie gambe ed essere la manifestazione principe della nostra città. Il cambio di data, a mio personale avviso, non può rimanere l'unica scelta. L'Amministrazione e tutto il Collegio dovranno creare un qualcosa che vada al di là del cambio di data, con un programma che sia appetibile e riuscendo a dare un senso più profondo a quella che è la maggior festa astigiana."