venerdì 27 novembre 2015

Basso: "Sarei a favore della grazia per Bartoletti"


Continua oggi la nostra conoscenza con i candidati al ruolo del Capitano del Palio. Stamane tocca a Silvio Basso, già magistrato nel Palio del 2014, che spiega così il suo programma una volta eletto capitano.

1) Spiegaci la tua decisione di candidarti Capitano e che cos'è per te il Palio di Asti.
La mia passione per il Palio risale a molti anni fa, è di lunga data, da quando cominciai a collaborare da ragazzino partecipando attivamente alla vita del Borgo Tanaro (ai tempi del Rettore Piero Fassi), poi come tamburino per il Comune dal 1977-1978 e successivamente parte attiva del Rione San Martino - San Rocco (Rettore Luigi Ghione). Fino ad arrivare ai primi anni 2000 quando feci parte del Gruppo del Capitano del Palio di Asti (Capitano Paolo Bagnadentro) in qualità di Cavaliere Eletto. Successivamente sono stato membro del Comitato Palio del Comune di Baldichieri d'Asti (dal 2006 al 2010), in qualità di co-responsabile della commissione cavalli (Rettore Massimo Bonino), fino a ricoprire la carica di Magistrato con Clerico, nell’anno 2014.
Posso vantare pertanto una esperienza paliofila non indifferente, caratteristiche gestionali e organizzative di un certo rilievo e, non da ultimo, una costante attività ippica che si esprime con frequenti uscite presso un centro ippico sito nella prima cintura di Asti. A tale scopo ho posseduto un cavallo di razza maremmana migliorata, proveniente dall'allevamento del dott. Riccardo Berzano.
Problemi di carattere lavorativo e personale mi hanno costretto poi a presentare le mie dimissioni dalla carica di Magistrato del Palio 2015, scelta sofferta, ma necessaria e professionalmente obbligata.
Avendo ora risolto quanto a suo tempo mi impediva di svolgere con continuità la carica di Magistrato, mi ripropongo in questa occasione di nuove candidature per la nomina a Capitano, in quanto lo spirito paliesco che “alberga in me” non può e non riesce a stare soffocato nel mio animo. Gli anni di frequentazione e la passione che da sempre mi ha accompagnato, sono la miglior garanzia acchè questa nomina possa essere affidata a una persona che ne faccia sempre splendere il valore e l’importanza.
Si capisce a questo punto che il Palio per me è una parte della mia vita, un fuoco interno che brucia in continuazione e fornisce quel calore alle cose che affronto, quell’energia vitale, che penso sia la forza che un Capitano del Palio di Asti deve avere, deve portare in sé e distribuire a chi gli sta intorno, al fine di poter svolgere i suoi compiti e far funzionare la macchina della manifestazione al meglio.


2) Cosa vorresti fare da Capitano del Palio? Qual è la tua idea di Palio?
Ritengo di non aver profuso invano le mie energie in questi anni e di poter essere quella figura con la leadership di cui oggi il Palio ha bisogno: preparato, non animoso, imparziale, deciso, ma soprattutto amante del Palio con tutto il cuore, pronto e disposto a rinnovarlo in quegli aspetti che oggi lo vedono non al passo con quanto una manifestazione storica di questo tipo richiede, ma sempre rispettoso della tradizione che la stessa manifestazione pretende.
L'impressione che emerge dalle varie edizioni del Consiglio del Palio negli anni, secondo il mio punto di vista, è quella che nessuno abbia una reale intenzione di cambiare qualcosa. D'altronde gente ne viene, gli alberghi sono pieni, i negozi vendono, e perché cambiare? Lo si vorrebbe spostare a Maggio, ma anche qui ci si scontra con l'inveterata abitudine degli Astigiani di andare a Gardaland per le feste di San Secondo, e chi resterebbe?
Fare la sfilata in notturna? Molto suggestiva ma i Comitati lamentano la perdita di dettagli dei costumi e degli addobbi, dovuta alla scarsa illuminazione presente.
Il Palio degli Scudieri non viene ritenuto con il sufficiente appeal, anche perché la ridotta esperienza dei fantini e l'impiego di cavalli di “riserva”, ne fanno un mix considerato pericoloso.
Allora, onde evitare di incorrere nel solito giro di parole e alla fine non fare nulla, qualche proposta occorre comunque averla ed esporla, pronto a discuterne con chi ha voglia di fare qualcosa realmente e anche a rivoltarla come un calzino se necessario.
Proporrei di usare il sabato per una corsa “di presentazione “ o di “qualificazione”, seguendo cosa dice già oggi il Regolamento: il Comitato deve presentare sempre due cavalli (uno è quello ufficiale, l'altro è detto “di riserva” per ovvi motivi). Si potrebbe utilizzare al sabato quello di riserva con il fantino ufficiale e, per fare impegnare comunque tutti, dare un premio minimo ai vincitori del sabato. Così che ad esempio i vincitori della prima, della seconda e della terza batteria del sabato partiranno di diritto la domenica nella prima batteria (saranno solo soggetti all'estrazione per la posizione in griglia, dal canapo). Una nota statistica: pare che negli anni si possa evidenziare come quasi mai nessun cavallo partito in terza batteria la domenica, sia mai riuscito a vincere il Palio, per una questione di affaticamento – ridotto riposo tra le batterie e la finale). In questo modo si darebbe più vivacità al sabato, a tutto vantaggio dello spettacolo (il biglietto potrebbe prevedere anche l'opzione “due giorni”).


3) Come valuti la figura del Capitano interpretata dai tuoi predecessori? Cambieresti qualcosa in questo ruolo?
Nel passato ci sono state figure carismatiche, di peso già nella vita civile, e figure di transito, di continuità, per dare sempre al Palio quella ventata di novità e freschezza di cui necessita.
Al Capitano bisognerebbe riconoscere un maggiore ruolo di coordinamento in seno al Collegio dei Rettori, in quanto rappresentante del Comune nel gruppo. Penso sia necessario definire e decidere con che leve può operare, senza ledere quelle che sono le prerogative del Collegio stesso, ma nello stesso momento aver la possibilità statutaria di poter intervenire a raddrizzare situazioni di conflitto o di sbandamento, potenzialmente dannose al Palio.
Il giudizio del Capitano deve tornare a essere insindacabile nei tre giorni di Palio (venerdì, sabato e domenica), in particolare nell'ambito delle corse e della sfilata e più in generale della festa del Palio. “Non avrai altri giudizi al di fuori del mio”.
Una cosa che mi sta a cuore è la correttezza di tutte le decisioni che vengono prese durante il Palio: una in particolare mi sembra abbia necessità di attenzione. Ed è l'ordine di arrivo. Mi piacerebbe molto poter verificare con le commissioni tecnica e veterinaria la possibilità di mettere sul cavallo un transponder per evitare errori di classifica e di arrivo. Non credo che la cosa abbia costi improponibili e neppure difficoltà tecniche insuperabili. A tal fine verificherò il da farsi.


4) Clerico ha molto investito sul gruppo del Capitano. Cosa pensi di fare per valorizzarlo?
Non credo che seguirò completamente la linea indicata da Clerico. E ve ne spiego le ragioni. Fin da ragazzino per me la figura del Capitano del Palio era tutt'uno con la figura imponente ed autorevole del professor Coppellotti, in gran spolvero col costume, il giorno del Palio. Pertanto capirete come ritenga altamente idealizzata anche la funzione che il Capitano ha. Un personaggio con carisma, che deve necessariamente dosare le presenze, ma renderle altamente efficaci e qualificanti. Meno presenzialismo inutile nell'arco dell'anno e più partecipazione esclusivamente a manifestazioni attinenti al Palio come istituzione. Presenza solo selezionata a eventi legati strettamente alla manifestazione (anche per il singolo Comitato, se è strutturale). Ovviamente sì ai momenti istituzionali della stima, del giuramento e del Palio. Questa figura deve ritornare ad essere di alto pregio e prestigio, e non solo di presenza diffusa sul territorio. Non mi dispiacerebbe vedere il Capitano e il suo Gruppo presso qualche grossa manifestazione, con alto livello di visibilità, a rappresentare degnamente il nostro Palio, in Italia o fuori.
Un'altra proposta sarebbe quella di riuscire a valorizzare il Gruppo con 11 cavalli assolutamente uguali e non differenti come oggi, più uno grigio per il Capitano. Se pure tra le pieghe del budget ci fosse la possibilità di trovare qualche euro per rinnovare i costumi, potrebbe essere buono. Ricercare senza vergogna uno o più sponsor per il gruppo potrebbe essere anche una strada da seguire.
Ho altresì un sogno per il Capitano ed il suo Gruppo: un giro dei Comitati, la sera delle cene propiziatrici, a cavallo ad Asti, la notte , completato da un giro pista (in notturna) venerdì e sabato, per valorizzare la piazza ed il catino (vedi cosa fece anni fa il Capitano Ing. Sodano ..)
Perché poi non concedere licenza temporanea a dei baretti o a degli angoli musicali all'interno della piazza anche di notte, per animare ulteriormente il centro e valorizzarne gli spazi.


5) Palio straordinario: sì o no?
Sono favorevole ad un Palio straordinario per i 50 anni della manifestazione, se e solo se lo si fa bene (e non come nel 2000, raffazzonato e senza tribune). Se ne può parlare per maggio 2017, ma non in notturna. Deve essere un Palio a tutti gli effetti, e come tale va organizzato.
6) Da Capitano del Palio, proporrai eventuali modifiche alla manifestazione o ritieni che siano i rettori le persone più indicate per decidere?
Le proposte, secondo me, devono comunque e sempre provenire dal Comune, in quanto responsabile del budget principale: i Comitati e i Rettori non sono a conoscenza in anticipo del budget che il Comune potrà disporre, pertanto le proposte devono provenire da chi ha i cordoni della borsa.
A questo punto appare evidente la necessità (che sostengo) da parte del Comune di rompere gli indugi e creare un “Ente Palio” (come già si fa in altre Città di Palio), composto di esperti di Palio, di appassionati di storia di Asti e del Palio stesso, di persone disposte a dedicare con passione, del tempo a questa manifestazione così bella e importante, per poter “gestire” da un'unica cabina di regia, tutta la macchina del Palio.
In questa maniera, per esempio, non ci saranno più i casi realmente indecenti, come quello di quest'anno, quando sul cavallo abbattuto si è taciuto per troppo tempo, finché dopo 1 mese sono state rilasciate informazioni errate o non corrette, a discapito della credibilità e della serietà di tutta l'organizzazione. Con l'Ente, nessuno sarà più autorizzato a uscire con informazioni ufficiali, se non l'Ente stesso, che a sua volta sarà il contenitore di tutto quanto c'è da sapere e far sapere all'esterno sul Palio.
Una cosa da non dimenticare mai è il problema economico: non possiamo fare modifiche che comportino spese extra eccessive (o per certi Comitati anche solo straordinarie), in quanto oggi, con la crisi e con purtroppo la scarsa predisposizione degli astigiani ad aprire il portamonete (neanche il portafoglio) ci si deve confrontare col fatto che i soldi non ci sono e non si inventano.



7) Personalmente, da eventuale Capitano, Bartoletti meriterebbe un provvedimento di “grazia”?
Assolutamente sì, stessa cosa per Chiavassa, indiscutibilmente. Rivedrei anche la posizione di Todde.
8) Si parla di modifiche al regolamento del Palio: quali sono per te le più urgenti da attuare?
Prima di parlare di modifiche al regolamento occorrerebbe far rispettare il regolamento attuale: anche se oggi ha troppe regole ed uno snellimento risulta necessario.
Più che modifiche perciò parlerei di una revisione.
La cosa più importante del regolamento attuale è il rispetto che occorre portargli, così com'è.
Vorrei inoltre favorire un'azione di formazione dei comitati su quelle che sono le regole in generale: perché tutti sappiano e possano adeguarsi, agire muoversi di conseguenza. Come Capitano sarei disponibile a pianificare visite in ogni comitato, per parlare di regolamento e altre questioni tecniche e organizzative.
In sintesi sono per il rispetto assoluto del regolamento anche se articolato. Per poi procedere tutti insieme ad una revisione condivisa: ma al momento rispetto assoluto.
Il rispetto si evidenzia anche quando il Collegio dei Rettori decide e queste decisioni non sono seguite, per quanto riguarda le regole anche non scritte di gestione del Palio (in particolare quelle relative alla decisione di effettuare un unico incontro coi candidati per poter avere un meeting all'americana più efficace di una pletora di incontri nei vari comitati).