mercoledì 13 luglio 2016

Sette ore di interventi per costruire il futuro del Palio

Oltre sette ore di interventi, 45 relatori,  tre giorni dedicati per sviscerare con metodo scientifico ogni aspetto della manifestazione.

Sono questi, in sintesi, i numeri della tre giorni di "Oltre la mossa", iniziativa creata e fortemente voluta da Maurizio Rasero, già rettore di Tanaro e accanito paliofilo da sempre, per dare il via a un più ampio progetto di riforma e rilancio della festa cittadina.
"Non penso, andando a memoria - commenta Rasero - che negli ultimi anni si sia mai svolta una assise di questo tipo, dove ognuno è potuto intervenire dando il proprio contributo positivo per immettere nuove idee nel rilancio della manifestazione".
L'obiettivo, ora, è quello di rilanciare le proposte ricevute in questi tre giorni con una serie di tavoli di lavoro da attuare dopo il Palio: "Ora pensiamo a mettere in piedi una buona edizione per questo settembre - continua - pensando però anche a lavorare sulle priorità evidenziate negli interventi di questi giorni, che, con una visione condivisa dalla maggior parte degli intervenuti, sono essenziali per il futuro della nostra Festa".
Venendo ai temi in questione, sicuramente uno degli elementi essenziali è quello di inserire il Palio in un piano di marketing strategico per aumentare il proprio appeal turistico, tenendo ben stretta la propria identità culturale. Tornano così in voga l'idea di spostare il Palio in una data diversa, in grado di evitare sovrapposizioni con Douja e Sagre. Di questa idea, tra gli altri Wanda Migliore, dell'ATL, Mogliotti e Zappa, ex rettore di San Secondo, che punta anche su un maggior coinvolgimento degli astigiani.
Ermanno Goria, presidente della Camera di Commercio, ha espresso la possibilità di collaborare in maniera proficua con il Palio, a patto che quest'ultimo diventi un asset strategico ed economico per la città.
Paolo Golzio e Giovanna Beccuti, rispettivamente ad e presidente di Asp, hanno riportato il modello vincente di Asti Musica, dall'anno scorso gestito dall'azienda di servizi pubblici, riservandosi l'idea di prendere in considerazione un futuro intervento anche sul Palio.
Anche gli esperti esterni, come Robaldo e Montalcini, organizzatori di Collisioni e Tripaldi, esperto albese di marketing, parlano della collocazione del "brand" Palio: "Asti non esprime al 100% il proprio potenziale - questa la sintesi dei vari interventi - serve una identità forte, un marchio e una collocazione del format ben precisa. La città deve diventare l'anima della Festa e non il contrario".
Entrando nello specifico delle questioni, i problemi maggiormente evidenziati sono quelli della creazione di una scuola astigiana di fantini. Bisogna pensare a una pista costruita ad hoc per il Palio, un albo di cavalli da Palio, e incentivare un circuito di corse regolari in grado di creare una scuola astigiana di fantini sulla falsariga di come fanno altre città di Palio.
Il Corteo si dimostra uno dei punti di forza della manifestazione, seguito da un grandissimo numero di astigiani (maggiore di quelli che si appassionano alla corsa). Spostarlo in un'altra collocazione temporale (per esempio il venerdì sera) potrebbe aiutare a dargli un maggiore spessore e alleggerire la domenica, che attualmente è diventata una "maratona" di oltre sei ore.
Mauro Daneo, di we plan, ha affermato che "bisogna capire punti di forza e debolezza opportunità e minacce per poi concentrarsi su tre obiettivi, consolidare la partecipazione alla cittadinanza, rafforzare l’immagine di Asti, ampliare il bacino dei flussi turistici".
Altro punto di discussione è l'organizzazione della struttura: "Serve un Ente Palio - su questo punto hanno insistito molti interventi - i rettori non possono fare il diavolo a quattro in quei giorni ma devono dedicarsi ai propri comitati". Un'ente Palio funzionante potrebbe muoversi con maggiore agilità nella ricerca di sponsor disposti a credere nella manifestazione,e dando un contributo positivo anche alla diffusione di una corretta informazione sul Palio di Asti, attualmente oggetto di troppe strumentalizzazioni.