martedì 1 maggio 2012

La Storia, la devozione, i miracoli di un Santo

La Storia, la devozione, i miracoli di un Santo

Martedì di maggio è la festa di San Secondo. Le prime notizie sulla vita di san Secondo sono tratte dall'opera Acta Sanctorum di Jean Bolland, gesuita, che nel Seicento, con altri suoi confratelli, cominciò a raccogliere le vite dei santi. Il mito tramanda che Secondo, vissuto al periodo dell'imperatore Adriano, di nobili origini astigiane, fosse un fervente idolatra ascritto alla milizia romana. La devozione che i fedeli astigiani professano verso san Secondo, concittadino eletto a patrono, è da sempre vivissima.

Dapprima la festività si celebrava il 30 marzo, poi, siccome detto giorno cade sovente nella settimana Santa o se non altro in Quaresima, si trasportò la festa al giovedì dopo la prima domenica dopo Pasqua, cioè in Albis. Nel 1818 con rescritto di Papa Pio VII, la si fissò il 1° martedì di maggio.Già nel 1100 i feudatari astigiani partecipavano alla processione per la festa annuale del Santo con le torce. In seguito si organizzarono i fuochi artificiali. Si dava inizio allo spettacolo pirotecnico con lo squillo delle trombe e con l'incendio della colombina, compito sempre affidato ad una dama della nobiltà. E la Festa di San Secondo, oggi come allora, era una festa che univa tutti, potere civile ed ecclesiastico.




Ora, una sfilata di rappresentanza dei rioni, borghi e comuni, suggella questo momento catartico "dell’offerta": rettori, paliofili, autorità civili e politiche si uniscono, al suono delle chiarine nell’atto di devozione a San Secondo, "perpetuo sindaco celeste". Il corteo partirà alle 11,30 da piazza Roma, per giungere in Collegiata dove verrà celebrata la funzione.Ed è un momento particolarmente emozionante la messa solenne del martedì di San Secondo. Prima del "Gloria" entra il corteo che porta il Palio da offrire al Patrono. E’ il sindaco, al momento dell’offertorio, a consegnare il Palio nelle mani del sacerdote celebrante: è questa la "tregua di Dio" un momento di pace tra le continue traversie, ieri tra libertà comunali e Papato, oggi, più prosaicamente, tra laici e cattolici.




Poi, alla fine della cerimonia, ci sarà la consueta offerta degli olii per la lampada votiva che splende nella cripta che contiene le reliquie del Santo. San Secondo riposa nella cripta dal momento della sua decapitazione: nei secoli IX e X le incursioni barbariche ne obbligarono il trasferimento nel Duomo, più sicuro perché collocato all'interno della cinta muraria. Di tale traslazione non esistono documenti certi, ma verso l'880 la fabbrica appare intitolata a "Santa Maria e a San Secondo" che confermerebbe la presenza delle reliquie in tale edificio. Secondo l' Incisa (1742-1819), la traslazione definitiva sarebbe avvenuta sotto l'episcopato di Bruningo il quale, prima di riportare nuovamente le reliquie del Santo nella collegiata, avrebbe fatto ristrutturare ed ampliare la chiesa. Nel 1597 le reliquie vennero depositate sotto l'altare maggiore in una cassa argentea, offerta da Emanuele Filiberto di Savoia.