venerdì 4 maggio 2012

Alcune considerazioni sulla Stima del Palio e il Giuramento dei Rettori

Riceviamo e pubblichiamo:

Il primo ed importante momento della nostra Festa è senz'altro la Stima del Palio, in cui il Sendallo viene per la prima volta presentato al popolo astese e sulle cui fattezze ogni borghigiano ricama le sue fantasie di vittoria e di sconfitta della rivale. La Stima del Palio è un rito autentico della tradizione del Palio di Asti.
Quello che invece trovo sconveniente (storicamente parlando) è il rito fantasioso e anacronistico dell'"Investitura e Giuramento dei Rettori": storicamente non si è mai visto al Palio di Asti (ma penso in qualsiasi altra associazione o federazione di associazioni) che il sommo rappresentante di uno dei confratelli sia "investito" dal Sindaco e dal Capitano a rappresentare il proprio popolo al Palio di Asti.
Il Rettore è eletto democraticamente dal proprio popolo a rappresentare e dirigere l'Associazione che porta il nome del territorio di appartenenza, di conseguenza è investito moralmente e legalmente a rappresentarlo al Palio di Asti e nei due consessi decisionali: non ha senso alcuno, quindi, che riceva "dall'alto" ad Aprile/Maggio (in base agli anni) un riconoscimento che viene tradizionalmente e correttamente "dal basso", cioè dal popolo, almeno quattro mesi prima. Un Rettore arriva la sera della Stima del Palio già investito dal suo popolo!
Per fare un esempio molto pratico, uno dei requisiti per formare il Collegio dei Rettori del nuovo anno è che tutti i confratelli rinnovino i propri direttivi eleggendone il legale rappresentante: questo indica che ben prima della cerimonia del Giuramento gli stessi sono autorizzati a rappresentare i propri popoli e territori all'interno di un organo consultivo del Palio.
Non si tratta di eliminare una parte della cerimonia della Stima, ma bisogna assolutamente cambiarne la forma! I Rettori arrivano in piazza già investiti (come ho alacremente cercato di far capire), pertanto l'apposizione del medaglione da parte del Sindaco e della spada da parte del Capitano sono immagini ridondanti e superflue, ma soprattutto (cosa assai grave) anacronistiche.
I Rettori, se proprio vogliamo mantenere il defilé, dovrebbero salire sul palco a presentarsi alle autorità cittadine e paliesche senza ricevere "alcuna pacca sulla spalla", mentre lo speaker legge una formula che potrebbe configurarsi così:
"Il popolo del Borgo San Lorenzo ha eletto il Sig. Franco Verdi, massima autorità del suo territorio per l'anno 2013".
Così si riporterebbe il tutto alla dimensione giusta, con l'investitura dal basso da parte del popolo e la presentazione ufficiale alle autorità.
Il secondo nodo, scomodo a tanti e ridicolo per altri, è la parte del Giuramento.
Se la parte dei giuramenti di Capitano e Magistrati e degli estimatori può configurarsi formalmente corretta, risulta essere di pura fantasia la parte del giuramento dei Rettori. E' un'invenzione moderna che non ha più di una decade, frutto di un concetto completamente paliescamente errato ed anacronistico.
Il Palio, inteso come corsa ma anche come lavoro durante tutto l'anno, è una continua competizione tutt'atro che leale, volta a primeggiare sulla rivale e su tutti i confratelli, soprattutto con metodi che poco hanno a che fare con il fair play: è così da secoli, e sarà giustamente sempre così, il Palio è bello e autentico proprio perché racchiude in se caratteristiche competitive che al giorno d'oggi negli sport tradizionali si sono persi in favore di un sano "l'importante è partecipare". "Nel Palio (parafrasando una frase di un grande Signore del calcio) non è importante vincere, è l'unica cosa che conta!
Sostanzialmente far giurare i Rettori sotto la formula "Nel nome di San Secondo, Patrono di Asti, e nello spirito dei valori civici di libertà, solidarietà, operosità, sanciti dal Codice Catenato e negli Statuti Astesi, secondo le consuetudini indicate nei testimoniali del Palio degli ultimi secoli, Signori Rettori, giurate voi di comportarvi con lealtà ed onore?" è un controsenso di parole allucinante.
I Rettori devono (da Statuto) essere leali solamente al proprio popolo ed in questo sta l'onore!
Il confratello rivale deve essere rispettato, e in questo sta l'onore: o io vinco il Palio o non lo vinci tu! Questo è il Palio!
Pertanto la formula di giuramento dei Rettori deve essere essere completamente eliminata dal cerimoniale: un Rettore, in quanto tale, accetta gli Statuti e i Regolamenti del Palio, ne rispetta i cerimoniali e la sacralità della Festa. Non serve nient'altro.
Con questi due accorgimenti daremmo molta più credibilità al Cerimoniale della Stima, nel rispetto del glorioso passato secolare del Palio, dei suoi usi e delle sue consuetudini più autentiche.
Ci sarebbero da spendere poi altre parole sul "Corteo in notturna", anch'esso errato nella forma proposta e piuttosto fantasioso, ma ho già scritto abbastanza.
Questo non sono le parole di un detrattore della Festa, ma la voce di chi vuole ridare credibilità storica e formale a tutte le cerimonie della Festa della nostra gloriosa Città!