sabato 25 giugno 2022

Si ritira Genarmoly, il purosangue che ha fatto sognare. Il nostro omaggio, con Silvano Ghia.

Foto di Duccio Cartocci

Era il lontano 2013 quando Genarmoly, pochi giorni dopo essere stato acquistato da Valter Pusceddu fece il proprio debutto nel mondo delle corse a pelo. Eravamo ad Asti e l’occasione della prima volta fu quella delle corse allo stadio Censin Bosia. A montarlo, nell’occasione, fu Silvano Mulas. Passarono poche settimane e, sempre ad Asti, arrivò anche il debutto in un Palio.

Un’eliminazione in batteria nel 2013, un secondo posto nel 2014 e la vittoria nel 2015, sempre difendendo i colori del Rione San Paolo, sempre montato dal suo proprietario, Valter Pusceddu. Poi, nel 2016, l’ultima apparizione in Piazza Alfieri, conclusa in batteria con la Torretta.

Non solo Asti, naturalmente. Genarmoly ha riscritto la storia di tanti Palii. Proprio negli anni in cui, da Asti a Piancastagnaio il cavallo purosangue ha dovuto cedere il passo all’angloarabo.

E così Genarmoly è anche l’ultimo cavallo purosangue ad aver vinto a Piancastagnaio, Palio dove ha saputo imporsi in tre edizioni consecutive, dal 2014 al 2016, montato da tre diversi fantini, Mulas, Pusceddu e Carboni.

E poi Legnano. In terra lombarda Genarmoly ha saputo regalare gioie al suo proprietario, Valter Pusceddu, nonostante lo stesso, per via della squalifica, non potesse montare al Palio. Tre vittorie ed una sfuggita per questione, forse, di millimetri. Sulla pista dello stadio Mari sono le due le Contrade, avversarie tra loro, che hanno potuto gioire grazie a Genarmoly. La prima vittoria legnanese è datata 2016, con Andrea Mari per San Martino. Le altre due, per la Flora, sono arrivate poi nel 2018 con Gavino Sanna e nello scorso settembre, con Giosuè Carboni.

Sette vittorie nei Palii italiani e la forte sensazione che solo i passaggi di Asti e Piancastagnaio ai cavalli mezzosangue hanno fatto sì che il bottino non potesse essere ancora più ricco.

Da qualche giorno, dopo aver preso parte alle Prove del Palio di Legnano anche in questo 2022, Genarmoly ha terminato la propria, meravigliosa, carriera. Per lui è tempo di pensione.

Per qualche minuto metto da parte il ruolo super partes e, nel cortile sottostante la sede del Rione San Paolo, ne chiacchiero con Silvano Ghia, il Rettore del debutto astigiano del 2013, nonché della vittoria del 2015.

Posso dire che il Rione San Paolo è quello che ha dato il battesimo nel mondo del Palio a Genarmoly che ha iniziato la sua carriera paliofila nel 2013 quando fu portato alle prove allo stadio Censin Bosia dopo appena una settimana che era uscito dalle corse in ippodromo. Al tempo sapevo, per notizie prese in giro, che si trattasse di un cavallo notevole ma aspettavo di vederlo all’opera. Per la prima corsa non fu montato da Pusceddu ma da Silvano Mulas. Si eta visto subito come si trattasse di un bel cavallo, ma la novità lo aveva un po’ disorientato. Fu portato a casa da Valter Pusceddu, fu preparato e da lì iniziò a crescere. 

Non ho avuto dubbi su questa accoppiata neanche dopo l’eliminazione in batteria nel Palio del 2013. Quel Palio lo rividi almeno venti volte e feci la mia analisi, poi, insieme a Pusceddu. Valter aveva interpretato con troppa fiducia il cavallo che nell’occasione era al primo Palio e non era ancora pronto, anche psicologicamente, a correre in quel modo.

Già nel Palio del 2014, quando arrivammo secondi, ricordo che partimmo ultimi in finale e Genarmoly fu protagonista di una grande rimonta che ci portò al secondo posto a pochi centimetri da Santa Caterina e dal caro Andrea Mari. Nel 2015, ci prendemmo la riscossa assoluta. Abbiamo vinto uno dei palii più belli della storia, con una finale partita con un allineamento perfetto. Partimmo appaiati a San Lazzaro e Nizza, Genarmoly e Pusceddu girarono in testa alla prima curva e non ci fu più storia.

È un cavallo che ha segnato un capitolo importante della storia, non solo del Palio di Asti, ma che è stato protagonista a Legnano, a Piancastagnaio. Nei Palii di provincia ha dato il massimo, sapendo regalare grosse soddisfazioni anche al suo proprietario Valter Pusceddu che è stato un ottimo preparatore e gestore.”

Silvano Ghia si emoziona ricordando anche un altro trionfo di Genarmoly.

“Una grossa emozione l’ho provata anche nel 2016 quando ha vinto con San Martino a Legnano. Andrea Mari non era eccessivamente convinto di poter vincere il Palio. Feci una lunga chiacchierata con Antonio De Pascali, allora Capitano di San Martino, a cui dissi che non avrebbe dovuto rinunciare a Genarmoly. Vederlo poi vincere fu un’emozione.

E allora, dopo tante emozioni regalate, è ora per Genarmoly di ricevere saluti, ringraziamenti e parole da sussurrare al suo orecchio.

Potrei dirgli che sì è vero che non sarai più, da oggi, un cavallo da corsa perché sopravvenuti limiti di età ti portano al ritiro. Puoi però vivere sereno la tua pensione perché al mondo del Palio hai dato tantissimo.”

Grazie Genarmoly. Goditi la meritata pensione.