domenica 11 novembre 2012

La notte si tinge di bianco verde all'Enofila





















"Siamo qui non solo per celebrare la vittoria, ma anche per rendere a un grande popolo, umile, operoso, ma nello stesso tempo capace di grandi slanci e grande personalità" con queste parole della rettrice Franca Sattanino si può racchiudere tutto il senso della grande festa di San Martino San Rocco celebrata ieri sera all'Enofila.

Perché non è solo la grande vittoria di Bucefalo (che era presente in sala e non ha fatto mancare i suoi gigioneggiamenti che l'hanno reso famoso) a essere stata ricordata ma anche le doti della Burgà d'ji Lader, i suoi personaggi, e soprattutto la pazienza e la costanza di aspettare un Palio atteso da troppi anni anche contro l'avverso fato del destino.

Con una scenografia in stile Las Vegas (Welcome to Fabulous San Roch, si legge in un cartello che fa il verso alla città del Nevada) tutto ricorda la passione per l'attuale dirigenza sanrocchese per i numeri (e il poker, una vera e propria ossessione). Da un'entrata in scena dei protagonisti (commissione cavalli, fantino, rettrice) che sembra quella di un torneo di Texas Holdem alle fiches sul tavolo, alla cabala che torna in maniera insistente (21, vittoria, grande baldoria) all'omaggio ai convitati di una (indovinate) fiche personalizzata.

I grossi tavoli rotondi fanno da cornice a una serata che scorre via tra alcune sorprese (molto bello l'intermezzo di due acrobati legati al lenzuolo), sempre annodando un filo tra presente e passato, come nel caso dell'intervento del primo rettore di San Rocco Lorenzo Ercole, e anche, per chi, nella Burgà non c'è più.

Al termine, risuonano nella sala le note della Sanrocchese: sembra di rivivere qualche foto un po' ingiallita dei veglionissimi anni '70 di cui San Rocco andava orgoglioso, ed è bello così. Si balla, tra coriandoli, filanti e cilindri. L'estate di San Martino può incominciare. Durerà un anno intero.