VERSO IL PALIO 2024 - RIONE SAN MARTINO SAN ROCCO

Nella parte sud occidentale della città si estende il Rione San Martino San Rocco che occupa, per tre quarti, quello che fu il centro antico di Asti dove si possono ammirare le torri e le dimore di nobili famiglie astigiane quali i Pelletta, i Malabayla e i Roero. Questi ultimi, importanti mercanti e banchieri, ebbero torri, palazzi e caseforti nella via omonima che ancora oggi congiunge corso Alfieri con piazza San Giuseppe e piazzetta San Rocco, cuore del Rione. A testimonianza dell’importanza del casato dei Roero, in epoca medievale in quella via non era consentito il passo ai funerali ed era interdetto il passaggio di condannati.

COLORI: bianco e verde

RETTORE: Pier Paolo Squillia

VITTORIE: 3

1984 - Andrea Degortes "Aceto" su Stachys "Sotto" - Rettore: Elio Ruffa

1985 - Mario Cottone "Truciolo" su Prairie Speedy "Olivoli Olivolà - Rettore: Italo Melotti

2012 - Maurizio Farnetani "Bucefalo" su Ventuno - Rettore: Franca Sattanino

TEMA DELLA SFILATA: "Il Cristo della domenica"

Le feste ritmavano la vita nel Medioevo: durante le festività bisognava seguire le funzioni religiose e, per le donne, era il momento di indossare gli abiti migliori. Il Codice degli Statuti attesta che in quei giorni era vietato lavorare, salvo specifiche eccezioni, pena il pagamento di 20 soldi astesi. Il podestà e i suoi giudici potevano intervenire anche in assenza di una specifica accusa; inoltre, chiunque assistesse a una violazione, poteva denunciare il fatto ricevendo un quarto della sanzione pagata. Si poteva lavorare solo quando si correva il rischio di perdere il raccolto: era concesso togliere il grano dalle aie, ammassare il fieno e raccogliere l’uva. L’obbligo di santificare le feste è documentato dal «Cristo della domenica»: una raffigurazione pittorica diffusa in area alpina a partire dal XIV secolo in cui l’immagine di Cristo è circondata da strumenti utilizzati nel lavoro manuale e da scene riferite ad attività quotidiane che colpiscono le sue carni provocandogli ferite.

TEMA DEL CORTEO STORICO DEI BAMBINI: "Calendimaggio"

Il Calendimaggio, o Cantar maggio, era una festa stagionale che celebrava l’imminente arrivo della primavera. Gruppi di giovani, adornati con foglie e fiori, la notte del 30 aprile, si recavano nei boschi per tagliare alberelli o rami fioriti, segno della rinnovata fecondità della Natura che avrebbe procurato abbondanza e fortuna all’intera comunità. Il Corteo incarna alcuni momenti di questa antica tradizione: il Maggio, adornato con nastri e decorazioni floreali, procede mentre giovani dame cantano e danzano, partecipando ai festeggiamenti per l’elezione della reginetta. 

FANTINO: Gavino Sanna - Palii corsi: 2; Finali disputate: 1; Palii vinti: 0

LA SETTIMANA: