VERSO IL PALIO 2024 - COMUNE DI CASTELL'ALFERO

 

Ammesso alla corsa per la prima volta nel 1989, Castell’Alfero, situato a 12 km da Asti in posizione collinare, è rinomato per la produzione vinicola e per il castello dalle linee settecentesche già appartenuto ai Conti Amico, ora sede del Comune.
Nota ai più la frazione Callianetto che, secondo la tradizione, avrebbe dato i natali alla popolare maschera piemontese “Gianduia”.

COLORI: azzurro, bianco e oro

RETTORE: Fabrizio D’Agostino

VITTORIE: 2

1997 - Claudio Bandini "Leone" su Pierino - Rettore: Piero Berrino

1998 - Claudio Bandini "Leone" su Pierino "Pierino bis" - Rettore: Piero Berrino

TEMA DELLA SFILATA: "Medioevo superstizioso"

Tutto il Medioevo fu condizionato dalla superstizione. Fu in questo periodo che si diffuse la paura della stregoneria contro cui la Chiesa proponeva simboli e devozioni: l’acqua santa, le candele benedette, i rosari, le reliquie e gli esorcismi. Tante erano le credenze di quest’epoca, ad esempio un mezzo sicuro per evitare la peste consisteva nell’indossare una cintura di pelle nera con l’effige di un animale feroce; mentre per tenere lontane le streghe, sulle porte di casa venivano appesi dei ferri di cavallo. Per allontanare l’ira divina nacque una nuova corrente, quella dei flagellanti, gruppi di uomini penitenti che vagavano per le città flagellandosi pubblicamente mediante corde munite di punte metalliche. Anche gli animali non scamparono a queste credenze. Alcuni infatti erano associati a entità demoniache: galli, capre, ma soprattutto gatti furono oggetto di persecuzioni e torture. Il Comune di Castell’Alfero rievoca questo periodo di contrapposizione tra il bene e il male, la superstizione e la razionalità, con quadri distinti ai quali partecipavano esponenti del potere civile e del clero secolare alla presenza della nobiltà cittadina.

TEMA DEL CORTEO STORICO DEI BAMBINI: "Il miele, il grande protagonista delle tavole e lo zucchero, la "spezia irresistibile""

A partire dall’VIII secolo la coltivazione della canna da zucchero si diffuse in tutto il Mediterraneo e, durante il Medioevo, l’uso dello zucchero divenne sempre più comune sulle tavole dei nobili. Considerato una spezia, era importato, dunque costoso e alla portata di pochi. Proprio in quanto pregiato era elemento di differenziazione sociale. Al contrario, il miele, nonostante i dolci fossero ancora cibi di lusso riservati agli aristocratici, era un dolcificante molto diffuso. Miele e zucchero erano utilizzati anche per la preparazione di salse per le carni e si aggiungevano spesso all’impasto del pane. Per le sue virtù medicamentose il miele era inoltre alla base di ricette di sciroppi e unguenti.

FANTINO: Francesco Caria "Tremendo" - Palii corsi: 10; Finali disputate: 4; Palii vinti: 0

LA SETTIMANA: