VERSO IL PALIO 2023 - COMUNE DI SAN DAMIANO

 

Situato a 15 km da Asti, il Comune di San Damiano è centro agricolo di primaria importanza, soprattutto per la produzione frutticola e vinicola. Fondato nel 1275, nello stesso anno in cui ad Asti si consolidava la tradizione del Palio, conserva la storica pianta rettangolare e una medievale torre cilindrica.

COLORI: rosso e blu

RETTORE: Bianca Deltetto

VITTORIE: 1

2011 - Massimo Coghe "Massimino" su Last Time - Rettore: Davide Migliasso

TEMA DELLA SFILATA: "I veleni nel Medioevo tra antidoti e delitti"

A partire dal Quattrocento, nelle corti europee dominate da intrighi e rivalità, l’avvelenamento, detto anche arma dei vili, diventò una pratica diffusa. La nascita della chimica e dell’alchimia, impresse uno slancio alla pratica del veneficio, grazie anche alla scoperta e alla creazione di nuovi e più pericolosi veleni, di origine animale, vegetale o minerale. L’arsenico, o la polvere di arsenico, fu il veleno preferito per tutto il Medioevo. Veniva mescolato alle carni, allora assai speziate e piccanti, o sciolto nei vini rossi che all’epoca erano molto scuri e dall’aspetto torbido, ma veniva usato anche nei modi più strani e ingegnosi: versato in preziosi calici o mediante gioielli, guanti avvelenati, anelli cavi contenenti polveri venefiche, funghi, pagine di libri – di modo che il malcapitato, umettandosi il dito per voltarle ingeriva il veleno – e persino attraverso la cosiddetta “camicia all’italiana”, indumento intimo intriso di sostanze velenose. Benché dal mondo vegetale provenissero alcuni veleni, non si può dimenticare che le erbe furono anche uno dei fondamenti della medicina medievale, ereditato da un sapere antico. Un esempio proviene proprio dal contado astese e per la precisione dalla villanova di San Damiano. Qui la pieve di Lavege ospitava l’ordine dei frati Minori Osservanti, che creavano veleni e antidoti, secondo antiche ricette segrete.

TEMA DEL CORTEO STORICO DEI BAMBINI: "Festa e riti del calendimaggio"

Fin dal Medioevo, durante la notte del trenta aprile, si celebrava l’arrivo della nuova stagione, la primavera, con il Cantar Maggio. Allegre brigate di giovinetti si recavano nei boschi tagliando alberelli o arbusti fioriti, i cosiddetti maggi: essi venivano attaccati alle porte o alle finestre o piantati davanti alle case delle maggiori autorità del paese o nelle piazze, per recare il segno della rinnovata fecondità della natura, che avrebbe procurato alla comunità l'abbondanza e la fortuna. Il gruppo eleggeva anche una reginetta, che, incoronata di fiori di campo, «regnava» sulle feste, le danze e i giochi campestri; era vestita di bianco, recava un ramoscello adorno di ghirlande e di nastri ed era seguita dalle sue compagne che offrivano doni di porta in porta, intrecciando canti e danze, in cambio di dolci, uova e simboli beneaugurali, per propiziare i riti del Calendimaggio.

FANTINO: Stefano Piras "Scangeo" - Palii corsi: 2; Finali disputate: 2; Palii vinti: 0

LA SETTIMANA: