VERSO IL PALIO 2024 - BORGO SAN PIETRO

Il Borgo si colloca a est su una antica area suburbana, nei pressi dell’antica strada romana. L’elemento indubbiamente più importante del borgo è il pregevole complesso monumentale di San Pietro che comprende la rotonda del Santo Sepolcro (XII secolo), la casa priorale, l’ospedale dei cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme e la cappella Valperga (XV secolo). Il complesso ospita anche il Civico Museo Archeologico.

COLORI: rosso e verde

RETTORE: Mario Raviola

VITTORIE: 4

1968 - Andrea Degortes "Aceto" su Stereo - Rettore: Giuseppe Visconti

1969 - Rosario Pecoraro "Tristezza" su Skygirl "Losna" - Rettore: Giuseppe Visconti

1973 - Rinaldo Spiga "Spingarda" su Avella "Speranza" - Rettore: Sergio Sconfienza

1983 - Domenico Ginosa Criugleford "Fortino" - Rettore: Giovanna Maggiora

TEMA DELLA SFILATA: "Mensam optime preparatam siphis urceis ad vina fundenda auro purissimo et argento."

Il banchetto regale di Roberto d’Angiò ad Asti. Il 10 agosto 1310 Roberto d’Angiò e la moglie Sancia imbandirono nel convento dei Francescani un convito regale per ingraziarsi la popolazione e le famiglie dei maggiorenti della città. Il cronista astese Guglielmo Ventura descrive tale banchetto in toni entusiastici, precisando che il cibo e le bevande erano serviti in stoviglie e coppe di purissimo oro ed argento. Il Trecento è l’epoca in cui il banchetto si propone di stupire gli ospiti e mostrare la potenza del padrone di casa: le mense erano riccamente apparecchiate con tovaglie che scendevano fino a terra; a tavola anche la più raffinata aristocrazia mangiava esclusivamente con le mani e lo stesso piatto e bicchiere servivano per almeno due persone. Le carni preferite erano quelle dei volatili perché si supponeva che, stando in cielo, fossero più vicini a Dio. Per analogia spirituale, le meno ambite erano quelle dei pesci, mentre erano escluse le verdure, alimentazione base del ceto più basso. A proposito delle stoviglie usate, va tenuto presente a questo proposito che l’oro nel Medioevo, oltre che segno di ricchezza, era considerato un metallo dalle virtù profilattiche e curative, in particolare per il cuore, in quanto per gli astrologi è il metallo che corrisponde al Sole.

TEMA DEL CORTEO STORICO DEI BAMBINI: "Flora parlante: simbologia di fiori e frutti nel medioevo"

Nel Medioevo i fiori erano simbolo di status sociale e virtù morali: ne sono esempi il giglio, classica figura araldica, che significa regalità, e la rosa bianca, che raffigura l’amore del Cristo o della Madonna. I portali delle chiese fioriscono di rami di bocche di dragone (con tre foglie all’apice), o foglie d’acanto a ricordare l’Albero della Vita che si trovava nell’Eden, o riportano il simbolo molto antico del Fiore della Vita, che rappresenta la struttura del Creato. Anche i frutti vantano una lunga tradizione simbolica ed allegorica. Il limone è simbolo di fedeltà amorosa, i fiori bianchi dell’arancio, ornamento delle spose, sono simbolo di castità e purezza. La melagrana con l’avvento del cristianesimo, diviene simbolo di resurrezione. La mela era tradizionalmente simbolo della caduta dell’uomo nel peccato, il fico di fertilità e benessere, mentre le foglie tripartite della fragola alludevano alla Trinità.

FANTINO: Marco Bitti - Palii corsi: 1; Finali disputate: 1; Palii vinti: 0

LA SETTIMANA: