Rione San Martino San Rocco: "L'istituzione del matrimonio nel medioevo astigiano"


Nel Medioevo il matrimonio era "la chiave di volta dell'edificio sociale" e, anche al fine di definirne legittimamente gli aspetti comunitari ed economici si componeva di una sequenza di azioni dilatate nel  tempo, che poteva durare anche anni e che coinvolgeva diverse persone.
Tra la cerimonia di consenso, o fidanzamento, ed il matrimonio poteva trascorrere un lungo intervallo di tempo per stringere alleanze prima che le circostanze, in primis l'età dei contraenti, rendessero possibile la loro unione. Alle trattative seguivano le promesse verbali, la consegna dei pegni, l'anello, le monete e il contratto; successivamente si celebravano le nozze, cioè il rito di installazione della coppia nella nuova casa, con la divisione tra gli sposi del pane e del vino.
Molti erano gli attori coinvolti: i sensali, per primi, sondavano le offerte del mercato matrimoniale e facevano circolare le informazioni; i mezzani, amici comuni o persone autorevoli, creavano poi un clima di fiducia reciproca fungendo da mediatori e, raggiunto l'accordo, i parenti più stretti degli sposi si incontravano e confermavano gli impegni con una stretta di mano. Seguiva il giuramento, atto solenne in cui lo sposo e il padre della sposa davano assenso alle nozze mentre un notaio redigeva l'atto che fissava l’entità e le modalità di pagamento della dote.
Il rituale matrimoniale si basava su due gesti principali: la dextrarum iunctio (unione delle mani destre) e la consegna dell'anello: in queste fasi, ruolo fondamentale era quello del pronubus (nella persona di un familiare, un notaio o un sacerdote) che congiungeva le destre degli sposi per suggellarne l'unione, consentendo all'uomo di far scivolare l'anello al dito della sua promessa. Altri rituali matrimoniali potevano essere il bacio, il bere dallo stesso boccale o la velatio nuptialis, nella quale la donna veniva ricoperta da un velo simboleggiante la protezione da parte del marito.
Al termine della cerimonia seguiva la traductio (corteo nuziale) spesso accompagnata da schiamazzi, suoni e rumori che coinvolgevano l'intera comunità informandola della nascita della nuova unione.
Infine, la sposa veniva condotta alla dimora del marito (deductio ad domum) con un seguito di servitori che portavano il corredo e i doni ricevuti dallo sposo, tra cui gioielli, pellicce, stoffe ricamate, abiti e veli di seta.