Comune di Nizza Monferrato: "Textores et sartores Niceae Palearum"


Nizza, intorno alla metà del XIII secolo, favorì l’insediamento di artigiani nel territorio, regolando la loro attività, come indica il Liber catenae: tra loro troviamo sarti e tessitori. Questi ultimi ricevevano il filo occorrente alla tessitura dal cliente, dovevano pesare il filo in sua presenza e, controllo che andava ripetuto una volta effettuata la lavorazione per verificare che il peso della stoffa corrispondesse a quella del filo consegnato. Ai tessitori era proibito di lavare la canapa ed il lino in alcuni tratti del Belbo e nei fossati dell’abitato.
Le norme fissate dal podestà per i sarti riguardavano quasi esclusivamente i prezzi che essi potevano richiedere per la confezione dei vari capi di vestiario, che si aggiravano intorno a una decina di denari per una tunica, fino a quattro soldi per la confezione di un corsetto e di una gonna: naturalmente tanto più le confezioni erano ornate di fregi, o foderate tanto più erano costose. Quando un cliente portava della stoffa al sarto per farsi confezionare un vestito, il sarto doveva eseguire il taglio del vestito e imbastirlo in presenza del cliente stesso, quindi pesare la stoffa assieme a tutto il necessario per completare il vestito, ad eccezione del filo. Quando poi il vestito veniva consegnato, si doveva nuovamente procedere alla sua pesatura ed era richiesto che il peso fosse uguale a quello iniziale. Se questa norma non fosse stata osservata, la multa che avrebbe colpito i trasgressori era di ben cento soldi. Il podestà, entro quindici giorni dal suo giuramento, doveva richiedere a tutti i sarti di giurare l’osservanza delle norme che abbiamo ricordato.