Borgo Tanaro Trincere Torrazzo: "Le torri medievali, patrimonio culturale e artistico di Asti"


Asti vanta un patrimonio di quaranta torri medievali ancora esistenti – alcune integre, altre abbassate, inglobate negli edifici o ridotte alle sole fondazioni – alle quali ne vanno aggiunte altrettante scomparse ma note grazie ai documenti, a fronte di un numero che in origine doveva essere superiore e di certo non lontano dalle centocinquanta riscontrabili in città come Firenze o Bologna. Costruite a partire dal XII secolo dalle famiglie eminenti che avevano contribuito alla nascita del Comune, inizialmente furono concepite come strutture difensive e di presidio. A causa del loro eccessivo proliferare, dai primi decenni del Duecento le leggi comunali imposero quasi ovunque drastiche limitazioni relative all’altezza, nel tentativo di scoraggiarne la costruzione. In moltissime città italiane in effetti ciò costituì un freno definitivo alla loro realizzazione; ad Asti, per contro, furono ripensate nelle loro funzioni e nelle tipologie costruttive. Abbandonato il modello di piccola fortezza urbana chiusa e inaccessibile, le nuove torri cittadine recuperarono in ampiezza ed eleganza ciò a cui dovettero rinunciare in altezza, diventando lussuosi “status symbol” per le numerose famiglie della nuova aristocrazia che traeva le sue fortune dai commerci e dal prestito. Elementi generatori e qualificanti delle raffinate residenze, entro le quali non di rado ospitavano i vani più prestigiosi e confortevoli, erano anche aperte alla vita collettiva e sociale grazie ai locali a pianterreno adibiti a botteghe o fondachi. Il Corteo di Tanaro presenta alcune delle torri più significative tra quelle in tutto o in parte ancora esistenti. La torre Bertramenga-Scarampa del mercato del Fieno, costruita nel XII secolo e prescelta dagli Statuti comunali come limite massimo per l’altezza di tutte le altre elevate successivamente; la torre Troiana, una delle prime ad essere dotate del coronamento merlato, diventata in seguito torre civica; la torre De Regibus, ispirata a modelli vercellesi, l’unica a pianta ottagonale a essersi conservata; la torre dei Gardini, oggi detta “Comentina”, che da quasi otto secoli segna orgogliosamente l’ombelico della città; la torre dei Roero, uno degli esempi più raffinati ed eleganti; la torre dei Solaro “de Caneto”, distrutta durante le guerre di fazione, poi ricostruita, più volte abbassata in età moderna ma ancora emergente; la torre dei Guttuari nel mercato del Santo, anch’essa mozzata per rappresaglia durante gli scontri tra guelfi e ghibellini.