venerdì 6 settembre 2019

Robino: “Da pelle d’oca ripensare alla vittoria. E per il futuro non mi arrenderò.”

Foto di Miriana Sala - Brontolo dice la sua 
Quattro anni alla guida del suo Comitato e, da quasi una settimana, un posto nella storia del Comitato Palio e di tutta Baldichieri. Parliamo, naturalmente, di Federico Robino, Rettore del Comitato Palio del Comune di Baldichieri, vincitore di uno dei due Drappi assegnati domenica 1 settembre in Piazza Alfieri. La vittoria tanto attesa è finalmente arrivata a Baldichieri che nei suoi 31 anni di Palio mai era riuscito a conquistare il Drappo. Lo ha fatto domenica, al termine di un'avvincente corsa che ha visto il cavallo scosso Farfadet du Pecos disegnare traiettorie perfette sino ad arrivare primo al traguardo. A raccontarci quei tre giri ed i momenti successivi è stato proprio il Rettore Robino che, nel corso della chiacchierata, ci ha dato anche il suo punto di vista su quanto potrà accadere nelle prossime settimane.

Federico, come ci si sente qualche giorno dopo aver vinto il Palio?

"Bene, naturalmente. Si inizia a realizzare un po' tutto mentre cala l'adrenalina. Noi non siamo abituati a rivedere le nostre foto ed i nostri video di quei momenti e fa davvero effetto vedere la propria gente così. È una sensazione strana ma è bello averla provata."

In quei tre giri immaginiamo tu abbia provato tutte le emozioni che si possono vivere in un Palio. Dalla delusione per la caduta, all’emozione per la rimonta, sino a tutto ciò che si prova per una vittoria. Quando hai realizzato che la rimonta si stava concretizzando?

"Da quando da 25 anni scendo a vedere il Palio è prima volta che non me lo sono goduto, non sono rimasto con la testa sulla corsa. Al canapo eravamo carichi e vedevamo Mattia pronto ad uscire davanti come infatti ha fatto nelle partenze false. Poi a quella buona ho rivisto film degli anni passati, con il cavallo che esita ad uscire ed il mio pensiero è subito diventato negativo. Da lì ho cercato di seguire la corsa fino a quando non ho visto cadere Mattia. A quel punto ho perso le mie speranze e solo Cesare (commissione corsa) mi ha dato una pacca sulla spalla dicendomi che avremmo vinto da scossi. Io non ci ho creduto e sono rimasto lì con Mattia per accertarmi che fosse tutto a posto. Ero rimasto concentrato lì senza pensare alla rimonta del cavallo. Solo quando ho visto il proprietario di Farfadet gioire ho capito e ho poi visto il cavallo arrivare primo al cavallone dopo che il mortaretto era scoppiato. La stessa cosa è successa a Mattia che ha saputo dai barellieri di aver vinto il Palio. Non ho seguito e non mi sono gustato la corsa, ma se questo è il risultato va benissimo così."

Parliamo del protagonista principale della vostra vittoria: Farfadet du Pecos. A pochi giorni del Palio il cavallo Unico de Aighenta, da molti indicato quale vostra prima scelta, è passato a San Secondo. La vostra idea era quella di puntare su di lui o avreste comunque puntato su Farfadet?

"Avevamo già scelto Farfadet e proprio per questo abbiamo perso Unico per strada. Con i proprietari eravamo già in accordo che non fosse la nostra prima scelta e quindi, quando all'ultimo si è presentata l'occasione di andare a San Secondo, loro lo hanno portato lì perché volevano corresse. Noi oltre a Farfadet avevamo altre due opzioni come Le Kabyl e Coffetime Pontadour, ma la prima scelta era Farfadet. Una scelta difficile perché Unico è comunque un gran cavallo e rinunciare a lui non era facile. Per il tipo di corsa che dovevamo fare, però, Farfadet ci sembrava più adatto. Già alle Prove allo stadio ci era sembrato avesse una marcia in più quando, pur essendo al rientro dopo l'inverno, da solo, nel giro finale e senza che Mattia lo mandasse aveva recuperato due posizioni."

Cosa vuoi dirci invece sul vostro fantino, Mattia Chiavassa?

"Come avevo già detto in altre occasioni con Mattia ci eravamo detti che ci saremmo aspettati fino alla fine dei suoi tre anni di stop. Una volta finita quella squalifica ci era sembrato giusto fare con lui un discorso biennale. L'anno scorso ci era servito per conoscerci ed era servito a lui per conoscere la pista ed il Palio di Asti. Lui, tra l'altro, è anche il preparatore di Farfadet, come di Unico e di altri grandi cavalli. È un ragazzo pronto ed era pronto a vincere il Palio. Tra la partenza e la caduta purtroppo è andata così ma lui era pronto. È andata diversamente da come pensavamo ma va bene così e lui ha grande merito perché ci ha creduto e tutte le scelte sono state fatte con lui. Questo è anche il suo riscatto su Asti, perché è un ragazzo d'oro che si è ripagato così per cosa aveva dovuto digerire stando tre anni a casa."

Il percorso che durante l’anno ha portato alla vittoria è stato tortuoso e, immaginiamo, fatto di momenti e decisioni difficili da accettare. Dopo aver vinto il Palio qual è il tuo pensiero sulla corsa secca che ha visto il trionfo di Baldichieri?

"Il mio pensieri sul format non è mai cambiato. Siamo felicissimi di esserci portati a casa il Palio Straordinario, ma in quanto Straordinario. Ci auspichiamo che tutto torni come prima perché questo è cosa abbiamo sempre sostenuto come fatto dagli altri Comuni, da tanti Borghi e Rioni e anche da tanti astigiani che seguono il Palio da spettatori. Non posso che augurarmi questo."

In questi giorni si parla molto dei vostri festeggiamenti e della vostra protesta. Oggi a mente fredda rifaresti tutto o cambieresti qualcosa di quei 15 minuti?

"A mente fredda io festeggerei comunque il Palio e porterei comunque in Piazza il nostro pensiero. Con gli altri Comitati dei Comuni abbiamo ragionato per far arrivare il nostro messaggio nel modo migliore, senza espressioni o modi violenti, aggressivi o offensivi. Siamo tutti scesi in Piazza per onorare il Palio e volutamente non abbiamo  danneggiato nessuno. Abbiamo anche rispettato le tempistiche. Non tollero, però, che il Palio venga chiamato "prodotto" e  mi viene la pelle d'oca se sento che bisogna vendere un prodotto. Le trasmissioni TV, come tutte le mode, vanno e vengono e se ti adatti a cosa chiedono rischi comunque che, una volta passata la moda, ti mandino all'aria quando ormai tu hai stravolto tutto per andare dietro alla moda di un certo tempo."

Intuiamo, naturalmente, la tua ferma volontà di tornare a disputare il Palio in 21. Ma se, come parrebbe dalle prime dichiarazioni del Sindaco, la strada dovesse essere quella di un non ritorno alle tre batterie, come pensi si potrebbe sviluppare il Palio del prossimo anno?

"Forse qualcuno si ricorderà del mio intervento a conclusione di quel Consiglio del Palio che di fatto sancì il Palio Straordinario. Già in quell'intervento avevo chiesto a Rasero di chiarire l'aspetto della straordinarietà e gli chiesi cosa volessero dire le sue parole. Mi aspettavo già, infatti, queste dichiarazioni nel post Palio. Da parte mia non mi arrendo e non vedo il motivo per il quale noi Comuni meritiamo questo trattamento. Mi auspico di avere almeno la possibilità di discuterne, cosa che non sta succedendo. Questo mi fa venire una certa delusione perché se vengono messe in discussione strutture come il Consiglio del Palio, il Collegio dei Rettori o il Capitano del Palio, allora c'è una mancanza di rispetto verso le istituzioni e verso il Palio in sé. Mai avrei pensato sin da bambino che fosse possibile ciò ed invece è stato fatto e questo mi preoccupa molto. E questo discorso può andare anche al di là di quello sui Comuni, perché se non vengono rispettate le istituzioni si creano precedenti per mettere poi in discussione qualsiasi cosa."

Torniamo alla gioia della vittoria. Se dovessi fare un solo ringraziamento, a chi andrebbe il tuo primo grazie?

"Il primo ad Orgoglio, il cavallo che col suo cuore ci ha regalato il Palio. È un piccolo cavallo come struttura ma con un cuore immenso che ci ha fatto innamorare tutti. Una rimonta così non la si vedeva da anni."

Avete già studiato qualcosa per i vostri festeggiamenti?

"Ogni anno abbiamo anticipato l'inizio dei festeggiamenti ai giorni precedenti al Palio. Quindi in realtà è da dieci giorni che festeggiamo, avendo iniziato già dal venerdì della settimana prima. Stiamo andando avanti e stiamo già parlando di Giro e di Cena della Vittoria. Adesso ci diamo dentro secchi. Baldichieri non aveva mai vinto e questa gioia riempie il cuore di tutti. In paese, tra l'esposizione della bandiera in Comune ad Asti ed i minuti in cui Mattia è stato curato, siamo arrivati quando già arrivavano le telefonate per la gente che ci aspettava. Quando siamo arrivati abbiamo trovato tanta gente con alcuni che forse neanche ci credevano. E rivedere negli occhi quelle immagini mi fa ancora venire la pelle d'oca."


A Federico ed a tutto il suo Comitato vanno i complimenti del "Canapo" per la vittoria del Palio.