martedì 16 luglio 2013

Bufera sul Palio di Fucecchio: firme false sul verbale del giudice di gara?



Il Palio di Fucecchio 'scricchiola': era di pochi gioni fa la notizia di una pesante squalifica di 3 anni a Silvano Muals di Porta Bernarda e 2 anni di Francesco Caria di Porta Raimonda. Ma è notizia che il verbale dei giudici di gara, secondo le accuse di Porta Bernarda, presenterebbe gravi irregolarità, al limite del penale. Vediamo cosa è successo tramite un estratto dei quotidiani locali.

Le accuse che arrivano da una contrada importante come Porta Bernarda sono pesanti e per portarle la dirigenza rossonera fornisce anche alcuni documenti.

Tutto nasce dopo le sanzioni del Consiglio di amministrazione ai fantini di Porta Bernarda e di Porta Raimonda, contrade rivali.

"A seguito di queste sanzioni, emanate dal Consiglio d’ Amministrazione 15 giorni fa, alcuni addetti ai lavori - spiega Porta Bernarda - hanno cercato di verificarne la correttezza e l’equità. Primo perché, da un lato, interessati direttamente da tali sentenze, dall’altro, mossi da alcune incongruenze emerse alla prima lettura del verbale (inviato direttamente alle contrade ed immediatamente reso pubblico all’ interno della rete da una di esse).
Specifichiamo che la parte più importante e sostanziosa delle sanzioni, ovvero parte delle squalifiche ai fantini e le ammonizioni alle contrade, veniva inflitta dall’organo giudicante CDA grazie al riscontro del verbale dei cosiddetti Giudici di Gara, riprendendone fedelmente i tratti determinanti.

Da qui sono iniziati i primi sospetti, in quanto tale documento, innanzitutto, entrava nel merito di valutazioni più pertinenti al mossiere giudicando il comportamento dei fantini tra i canapi (invece della parte relativa alla corsa), ed inoltre non se ne conoscevano i firmatari perché privi di nomina ufficiale e anche di comunicazione informale agli addetti ai lavori.

A questo punto gli interessati si sono adoperati per procurarsene una copia, visto che non veniva e non viene mai fornita alle contrade e, oltre alla perplessità immediata nel leggere il verbale delle sanzioni, in cui si giudicava in modo totalmente diverso dal mossiere, fatti di sua pertinenza, c’è stato un grande stupore nel vedere i nomi dei firmatari, tutti riconducibili al responsabile della pista nominato dal CDA e alcuni di essi anche aventi mansioni di contrada, con relativo pass area box o verde.

In particolare uno dei giudici, Angelo Depau, figurava in pista come maniscalco di una contrada nonché proprietario del cavallo di Porta Raimonda.

La cosa già comportava un evidente conflitto di interessi ma è divenuta molto più grave quando il sig. Depau, interpellato dagli stessi dirigenti di Porta Bernarda, ha negato di sapere di essere tra quei giudici e di conoscere l’esistenza di quel verbale, e quindi di averlo mai firmato.
Questa dichiarazione verbale è stata messa per iscritto dallo stesso De Pau e firmata, il tutto è stato inviato al sindaco e al cda nel ricorso presentato dalla contrada in merito alle sanzioni.
Si tratta a nostro modo di vedere di falsificazione di un atto pubblico e falsificazione di firma: secondo noi cosa gravissima che richiede la sospensione immediata delle squalifiche nonché il sollevamento dagli incarichi di tutti i partecipanti alla vicenda.

Ribadiamo: dopo le nostre verifiche è subito emersa una verità sconcertante: De Pau interpellato ha negato totalmente di sapere di far parte di tale organo, di conoscere quindi il contenuto del verbale e di aver mai firmato niente di tutto ciò, ed ha rilasciato dichiarazione firmata di quanto affermato a voce.

Le conseguenze di questa scoperta sono ancora da decifrare, sicuramente da parte delle contrade verranno presentati i ricorsi con le relative documentazioni accertanti la falsità dei verbali, ed immaginiamo l’illegittimità di tutte le sanzioni.

Dopodiché il dito sarà inevitabilmente puntato contro l’organismo giudicante del Palio ma anche probabilmente contro le istituzioni che hanno conferito i vari incarichi.

Riteniamo infatti molto grave l’accaduto in quanto mina la credibilità di tutta la manifestazione che sta crescendo in maniera esponenziale, e che vede al proprio interno un numero sempre maggiore di presenze sia nei giorni della festa ma anche durante tutto l’anno attraverso le varie contrade.

E proprio queste persone, che lavorano sodo e mettono risorse grazie alla passione che hanno nei confronto della propria contrada, l’amministrazione comunale ed il sindaco Claudio Toni in prima persona non possono permettersi di deludere

Oltreché naturalmente tutti i vari addetti ai lavori che intervengono da fuori per rendere il Palio di Fucecchio sempre più bello e conosciuto. In questo senso sarà doverosa una presa di posizione forte per restituire credibilità alla manifestazione a partire dalle sue basi organizzative e giudicanti, vigilando sempre che gli incarichi vengano conferiti e svolti con la massima serietà, imparzialità e trasparenza".

L'appunto che fa Porta Bernarda riguarda più prettamente anche il regolamento:

"L'organo giudicante e organizzativo è il Consiglio d’amministrazione dell'Associazione Palio delle Contrade Città di Fucecchio, nominato dal Sindaco.
Il CDA è composto da un presidente (Avv. Massimo Billi) e 4 membri che collaborano con lui per tutte le parti organizzative della festa, ma anche per giudicare e proporre sanzioni su scorrettezze avvenute nei giorni di palio, facendo riferimento ad un regolamento interno al Palio sottoscritto dalle contrade.
All’interno di tale regolamento si spiega come le sanzioni in merito alle scorrettezze in pista siano di pertinenza appunto del Cda ma con riscontro necessario da parte del Mossiere e dei Giudici di Gara, i quali si possono definire gli “arbitri” rispettivamente della mossa (mossiere) e della corsa (giudici), e per questo compilano nei giorni successivi alla disputa un verbale con le varie scorrettezze che loro hanno rilevato.
Tale verbale viene inviato al Cda per supportare le emanazioni delle sanzioni.

Nell’edizione 2013 del Palio ci sono state alcune scorrettezze più o meno gravi tra vari fantini all’interno dei canapi per le quali il Mossiere ha dato alcuni richiami ufficiali direttamente in pista (una sorta di cartellino giallo da dare a sua discrezione, dopo tre dei quali scatta la squalifica per l’anno successivo), ed ha fornito il giorno seguente un verbale di gara in cui riferiva dei fatti rilevati e dei conseguenti richiami, ma niente più.
A questo punto il Cda - a nostro avviso - non poteva avvalersi del verbale del mossiere per aggravare le posizioni dei fantini in questione, in particolare quello di Porta Bernarda. Così doveva andare a trovare un riscontro almeno nel verbale dei giudici di gara, pur non essendo pienamente di loro competenza le fasi della mossa.
Invece così è stato ed il Cda ha emanato la parte di sanzioni più pesante facendo riferimento, riprendendone fedelmente i tratti, a quest’ultimo verbale, suscitando ovviamente perplessità perché discordante da quello del mossiere e perché non se ne conoscevano gli autori (la nomina dei giudici di gara non è pubblica)".

LA REPLICA DEL PRESIDENTE DEL CDA del PALIO

"Il verbale dei giudici di gara c'è stato trasmesso via fax e se c'è una firma falsa è un problema loro e non nostro. Noi non potevamo saperlo. Comunque fare ricorso e' un diritto, anche se bisogna smetterla di pensare sempre male. C'è un regolamento e va applicato".
Inizia così la difesa di Massimo Billi presidente del CDA, che respinge tutte le accuse mossegli: "Le sanzioni le abbiamo decise noi vedendo coi nostri occhi quello che succedeva, ovviamente con l'ausilio di referti ed immagini: anche se non ci fosse stato il referto della discordia, credo che le squalifiche sarebbero state più o meno le stesse, visto che non si è capito qual'e il vero spirito del Palio, perché io quando vedo il Palio di Siena o quello di Legnano non scorgo quelle scene fra i canapi. Noi dobbiamo difendere l'interesse della manifestazione e non quello singolo di una contrada"

Articoli tratti da gonews.it e Il Tirreno