mercoledì 10 agosto 2011

San Martino San Rocco, con "Bighino" avranno meno sfortuna?



San Martino San Rocco si può iscrivere di diritto in quel "club" di rioni sfortunati che negli ultimi tempi hanno cercato il Palio e per colpa della sfortuna l'hanno perso per un soffio. Rimane emblematico il Palio del 2007, vinto dal cavallo di San Secondo all'ultimo giro, quando fino ad allora era saldamente in testa la "Burgà dji lader" con Massimo Coghe.

Dopo alcuni anni con Silvano Mulas, il rione cambia monta e si affida a Walter Pusceddu "Bighino".

Nella parte occidentale della città si stende il Rione San Martino San Rocco che occupa per tre quarti quello che fu il centro antico di Asti dove avevano i loro palazzi le nobili famiglie astigiane dei Roero, Pelletta, Malabayla, Catena; di quest’ultimo casato è ancora possibile ammirare il palazzo che alterna – come nella maggior parte dei monumenti astigiani – il cotto e il tufo a ricordare i colori di Asti, il bianco e il rosso. San Martino San Rocco ha vinto il Palio nel 1984 e nel 1985.





Scheda del Rione e Tema del Corteo Storico

Colori: bianco e verde

Motto A Bon Rendre

Rettrice: Franca Sattanino

Tema del Corteo Strico:Opicino Roero acquista il castello di Settime

Nel corso del Trecento, la nobile famiglia dei Roero, le cui dimore sono situate lungo la contrata Rotariorum, nei pressi della chiesa di San Martino, ha accumulato grandi ricchezze con l’attività creditizia condotta in numerosi centri d’oltralpe.Al tempo della dominazione orléanese, alcuni membri del casato, ramificato in diverse linee, impegnano le loro sostanze per acquistare castelli nel territorio astigiano e nello stesso tempo ricoprono ruoli importanti nell’amministrazione ducale: ne è un esempio quel Giovannino Roero di Revigliasco, scelto come tesoriere della Contea di Asti.I Roero compaiono inoltre tra i maggiori “azionisti” della cosiddetta “Società del Moleggio”, istituita dal duca Ludovico d’Orléans per dare impulso allo sfruttamento delle risorse locali, con lo scavo di un nuovo canale in grado di alimentare un sistema di mulini e opifici intorno alla città.Tra i soci del 1397 vi è Opicino Roero, figlio di Amedeo e fratello del tesoriere Giovannino: insieme avevano ottenuto una concessione per il banco di Aachen nel 1394 e nel 1405 finanziano le campagne militari del duca.Opicino, qualche anno dopo, mette a punto un’operazione finanziaria che lo conferma come uno dei protagonisti dell’aristocrazia terriera astigiana: acquista nel novembre del 1407 il feudo di Settime dalla famiglia Grassella.Corrado e Guidetto Grassella, consignori di Settime e Marchetto, Antonio e Bertino Grassella, consignori di Viale, discutono con Opicino, assistito dal fratello Giovannino, i termini del contratto che a breve dovranno firmare.La solennità dell’incontro tra le due famiglie è sottolineata dalla presenza del presbitero, rettore della chiesa di San Nicolao di Settime, del notaio che redigerà l’atto e dei familiari, tra cui Maddalena, moglie di Giovannino e Caterina, moglie di Opicino, accompagnate dai figli ed eredi.Chiudono il corteo gli homines di Settime, venuti a rendere omaggio ai nuovi Signori.