lunedì 23 gennaio 2023

Credevo di aver capito

Foto di Efrem Zanchettin

Non sono un esperto di Palio. Non ne conosco le dinamiche. Non conosco quanto accaduto negli ultimi anni intorno a questo mondo a me così ignoto. Ma giovedì sera, incuriosito dall’ordine del giorno della seduta aperta del Consiglio Comunale della mia città, ho deciso di provare a capire qualcosa di quel mondo. Ho deciso così di prenderne parte.

Ebbene al termine di una lunga seduta, tra sospensioni, riprese e vari interventi, ho provato a riordinare le idee, buttando giù qualche riga su quanto, credo, di aver capito.

Credo di aver capito che a prendere le più importanti decisioni riguardanti il Palio sia Consiglio del Palio del quale, credo, non facciano parte gli ex Capitani del Palio. Ma che assurdità. Chi meglio di personaggi di spessore, che del Palio hanno scritto pagine di storie, potrebbe fornire il proprio contributo all’interno di quel Consiglio? Eppure in diversi hanno dovuto aspettare quasi dodici mesi ed un Consiglio Comunale aperto per potersi esprimere su un argomento credo fondamentale quale quello riguardante la revisione del Regolamento del Palio. Perché, mi chiedo, non dare loro diritto di partecipazione e di voto all’interno del Consiglio del Palio? 

Anche perché, credo di aver capito, che questo Consiglio del Palio sia formato solamente dal Sindaco che ne è Presidente, dai Rettori e dal Capitano del Palio in carica. E che questa ristretta cerchia di persone abbia, di fatto, stravolto il Regolamento del Palio, approvando in tale occasione alcune norme poco chiare ed altre ancor oggi oggetto di discussione e polemica. Immagino che pochi voti non avrebbero potuto cambiare l’esito di quella votazione ma credo che poter esprimere i pensieri ascoltati giovedì sera in quella sede, forse, sarebbe stato utile a creare già a quel tempo una discussione costruttiva, prima che questi contestati articoli venissero approvati. Un anno dopo non è forse un po’ tardi?

Soprattutto perché, credo di aver capito, che proprio quel Regolamento potrebbe aver portato a questa serata. Tema di discussione, infatti, è proprio l’applicazione di alcuni articoli di quel Regolamento e la loro interpretazione. 

Eppure, mentre ero intento ad ascoltare le ragioni di una parte e le repliche dell’altra, tra osservazioni giuridiche ed interpretazioni letterarie, proprio mentre stavo costruendomi la mia idea, all’improvviso credo proprio di non aver capito qualcosa.

Perché dopo il puntuale e preciso intervento di un consigliere comunale, nonché Rettore, che sia chiariva alcuni passaggi relativi alle modifiche apportate al Regolamento del Palio sia raccontava con chiarezza quanto accaduto nel corso di quel Consiglio del Palio di quel 15 novembre, dopo essermi distratto per qualche secondo la mia attenzione veniva catturata dalle parole di un altro dei consiglieri comunali presenti in Sala. 

Improvvisamente un nuovo ed inedito punto di vista sulla vicenda veniva servito ai presenti e, almeno potenzialmente, alla città tutta. A decidere le sorti di quella serata del 15 novembre sono stati i Rettori che, pur avendo il coltello dalla parte del manico, arrivati sprovveduti al Consiglio del Palio, non decidevano di non tornare in Sala ma, al contrario, sceglievano liberamente di esprimere il proprio voto dividendosi tra favorevoli alla nomina del candidato Capitano e contrari.

Sarebbe bastato non rientrare in Sala, non votare. 

Caso risolto. L’elezione non sarebbe avvenuta e di conseguenza mai ci sarebbe stato questo Consiglio Comunale aperto ed io, persona così lontana dal Palio, mai mi sarei avvicinato a questo strano mondo.

Solo che ormai il tutto era accaduto. E allora, ancora mosso da curiosità, ho scelto di approfondire, ho cercato di capire.

Ho così scoperto che i già Capitani del Palio hanno pieno titolo a partecipare al Consiglio del Palio e allora mi chiedo come mai nessuno di loro, pur avendone diritto, abbia voluto esprimersi sulle modifiche al Regolamento del Palio prima che lo stesso venisse votato e approvato? E come mai al momento stesso della votazione non erano presenti in quella seduta svolta in modalità telematica?

A queste domande non sono riuscito a trovare risposta e così sono tornato alla più stretta attualità.

Ho ripensato alla soluzione del caso e mi sono chiesto:  perché i Rettori non hanno scelto, la sera del 15 novembre, di non rientrare in Sala? Oltre che perché in realtà non erano mai usciti da lì, intendo.

Forse perché i Rettori sono definibili primus inter pares e i rispettivi popoli non avevano dato loro mandato di non prendere parte al voto ma, al contrario, di esprimere liberamente con quel voto la volontà dei ventuno Borghi, Rioni e Comuni e quindi di tutto il mondo del Palio circa l’elezione del Capitano?

E dove sta il problema se il voto del mondo del Palio non è risultato essere unanime? 

Perché il mondo del Palio sarebbe arrivato sprovveduto a quella votazione? 

Perché un esponente del mondo politico afferma che per evitare un risultato finale non gradito dalla maggioranza degli aventi diritto al voto sarebbe stato sufficiente non votare?

Ma soprattutto, perché in una serata di confronto tra i rappresentanti politici di tutta la città di Asti, con all’ordine del giorno lo svolgimento di una seduta del Consiglio del Palio, a finire sul banco degli imputati è stato, ancora una volta, il Palio stesso, nelle persone dei rappresentanti dei ventuno Borghi, Rioni e Comuni?

Interrogativi che mi pongo e che, forse, potrebbero dar vita a qualche bel discorso da bar. O che, forse, andrebbero affrontati seriamente. 

Perché si può credere di aver capito, senza averlo realmente  fatto.