giovedì 3 novembre 2011

Diego Musumeci in merito alle polemiche sulla Damigella del Palio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:


Gentilissimo Direttore, ho appreso solo ora della polemica che sta nascendo intorno alla manifestazione denominata “Damigella del Palio... a teatro”.
A nome mio, e del comitato che rappresento, intendo dare tutta la nostra solidarietà al “patron” della
manifestazione Beppe Giannini e a tutto il gruppo di lavoro dell'organizzazione della serata.
A scanso di equivoci, intendo subito dire che questo mio gesto è a prescindere dal risultato ottenuto:
l'aver vinto il titolo di “Damigella del Palio” non significa nulla, l'avrei fatto anche se fossimo
arrivati ultimi e, chi mi conosce, sa bene che è così.
Agli altri chiedo di credermi sulla parola.


Arrivando al sodo della questione, vorrei replicare ad alcune questioni affermate dal lettore che
solleva il “casus belli” ed esporre il punto di vista di un partecipante all'evento.
Per prima cosa i membri della giuria sono scelti tra persone di Palio, ovvero tra coloro, che
ricoprono o hanno ricoperto incarichi in seno alla nostra Festa. I loro nomi sono noti ai partecipanti
già da alcuni giorni antecedenti la serata, perché l'organizzazione comunica il numero coi relativi
nominativi. Ad onore di chi organizza c'è il fatto, non secondario, che alcune autorità che hanno
legami con determinati comitati sono invitati alla serata ma senza diritto di voto.
Sulla segretezza del voto, personalmente, ritengo sia un requisito fondamentale, oltre che un diritto
costituzionalmente garantito. Sicuramente i giurati sono tutte persone che non avrebbero problemi a
dichiarare il proprio voto ma la segretezza garantisce loro, e a chiunque altro, equilibrio e
correttezza di giudizio che probabilmente, e sottolineo questa parola, non ci sarebbe in caso di voto
palese. La segretezza da libertà al giurato di esprimersi come meglio crede. E, se si accettano i
giurati, si accettano anche i loro voti, belli o brutti che siano. Il lettore per avvallare la sua tesi porta
ad esempio tipi di votazioni di discipline sportive. Ritengo che tra i concorsi di bellezza e le attività
sportive ci sia una diversità fondamentale: lo sport si basa sul fattore oggettività dove vige il criterio
che il più forte vince, la bellezza, invece, è per antonomasia soggettiva. Lo sostenevano già
nell'antichità: “ De gustibus non disputandum sunt”. Inoltre, faccio presente che proprio nei
concorsi di bellezza, ben più importanti di quello in questione (vedi, per esempio, Miss Italia), i voti
dei giurati sono segreti e non vengono divulgati.


Sulla questione dei voti del pubblico in sala, da anni e non solo da questa edizione, i presentatori
ripetutamente in più occasioni informano di quanto tempo rimane a disposizione per votare
imbucando la cartolina nell'apposita urna. Probabilmente qualcuno, e non 150 persone lo posso
assicurare, era fuori teatro in quel momento e non ha sentito la comunicazione. Tant'è che su
diciotto comitati presenti alla serata, e che avevano la stragrande maggioranza dei biglietti validi per
la votazione, solo un comitato ha sollevato il problema. Problema che, per altro, è stato prontamente
risolto con la riapertura straordinaria delle urne per permettere a chi non lo aveva fatto di votare.
Voti che, a quanto mi risulta, non avrebbero comunque fatto la differenza perchè la maggioranza del
pubblico in sala aveva già preso la propria decisione incoronando la rappresentante del rione
Cattedrale come loro preferita. Per concludere sull'argomento, non si può addebitare
all'organizzazione mancanze che sono invece di altri perchè come hanno avuto modo di votare più
di 500 persone non vedo perchè non lo potevano fare, negli stessi modi e soprattutto con gli stessi
tempi, i pochissimi restanti.
Sulla questione di rendere pubblica la classifica, dalla prima all'ultima posizione, mi trovo
perfettamente in sintonia con quanto fatto dall'organizzazione in questi nove anni di manifestazione
palesando solo le prime posizioni e rendendo le restanti ragazze classificate “ex-aequo”. Ricordo a
tutti che questo è per noi un “gioco”, bello, importante e competitivo ma pur sempre un “gioco”. E
qualcuno forse lo ha scordato. Le ragazze non sono modelle o aspiranti tali, nella stragrande
maggioranza dei casi sono borghigiane che si prestano (alcune quasi obbligate dai responsabili dei
comitati) a questo, ripeto, “gioco”. Ora, sottoporle alla durezza di una classifica generale mi sembra
veramente crudele. Mi pare che il pubblico possa soddisfare la sua sete di verità, che purtroppo a
volte diventa morbosa curiosità, sapendo solamente le prime classificate. Sottolineo, infine, che la
legittima pretesa di trasparenza, avanzata dal lettore, è sempre stata garantita dall'organizzazione
che manda solo ai comitati la classifica completa delle ragazze anche perchè in ballo ci sono i premi
del “Super Prestige”. Questo, a mio avviso, è il compromesso più giusto che coniuga la trasparenza
delle votazioni e la delicatezza/rispetto che si deve alle ragazze.


Sul concorso parallelo di At News c'è poco da dire; anche in questo caso l'organizzazione (che non è
quella che gestisce la serata) è stata impeccabile rendendo pubblici i voti ottenuti dalle ragazze.
Forse il lettore si è perso qualche passaggio; se li vada a vedere sul sito di At News. Se fa la somma
di tutti arriva alla cifra dichiarata in teatro, per buona pace sua e di chi chiede che fine hanno fatti i
voti.
Queste sono in sintesi le risposte che mi sentivo di dare al vostro lettore su quelle che lui
considerava “stranezze” della serata. Ci tengo a dire che che, a differenza sua, le mie sono
affermazioni, non di uno spettatore, ma di un partecipante che, quindi, è perfettamente al corrente di
tutti i meccanismi del sistema.


Infine, una risposta particolare merita il punto più importante sollevato dal lettore ovvero il fatto che
il concorso sia truccato. Fermo restando che ognuno è libero di pensare e dire ciò che crede, a me
hanno sempre insegnato che quando si lanciano accuse bisogna avere prove altrimenti non si fa
altro che calunniare. Dico questo, perchè il lettore sostiene che qualcuno dell'organizzazione si
sarebbe venduto per “vil denaro”. Se si prendesse per buono il suo assunto e se le leggi del mercato
son sempre valide, per ogni venditore c'è un compratore. Ecco non vorrei che qualcuno pensasse
che fossimo noi i “compratori” di vittorie. Da parte mia c'è la condanna per questo pensiero e il
rigetto più totale di questa dietrologia strisciante che fa credere che ci siano sempre complotti
quando in realtà non c'è proprio nulla. Vi posso assicurare che se avessi dei soldi da spendere saprei
benissimo dove investirli e le due ultime prestazioni nella corsa ne sono a riprova (inesorabilmente
eliminati in batteria).

A mettere la mano sul fuoco per altri si finisce spesso col bruciarsi ma penso che con Beppe e il suo
gruppo non avrei problemi a farlo. Anche in questo caso lo dico con cognizione di causa perchè io
stesso, anni addietro nelle riunioni tra i responsabili dei comitati e l'organizzazione, avevo sollevato
alcune problematiche che a mio avviso incidevano sui meccanismi, nonché sul format stesso, della
manifestazione. Ho avuto con Beppe e i suoi collaboratori, altri lo possono testimoniare, un
confronto aperto, chiaro e franco che è servito a me, ma penso anche a loro, per chiarirci. Questo
confronto è, poi, sfociato in una discussione comulativa fra tutti che ha portato ad alcune modifiche
(vedi, ad esempio, le indicazioni sui criteri di valutazione dei giurati).
Merito all'organizzazione che
si è sempre dimostrata disponibile ad accogliere le nostre idee e che, al di fuori del successo
complessivo della serata, vinca un comitato piuttosto che un altro non gli può importare di meno.
Per concludere, a differenza di quanto sostiene il lettore, voglio sperare che la lettera sia stata scritta
d'impeto sull'onda della delusione scaturita dalla sconfitta della propria favorita. Se così fosse
comprenderei lo sfogo ma vorrei dare un consiglio al lettore: anche io mi sono arrabbiato quando
ragazze che ritenevo bellissime non sono state valorizzate.
Però l'ho presa letteralmente con
filosofia e mi hanno consigliato di andare a rileggermi i concetti di bellezza di importanti
personaggi come Platone e Kant. Sono illuminanti.


Per concludere questa mia replica, è bello tuttavia vedere un così alto interesse perchè anche le
critiche hanno il merito di far capire che evidentemente la manifestazione ha la sua attrattiva.
Tanto era dovuto da parte mia, cordialmente.

Diego Musumeci, Rettore Comitato Palio Moncalvo