venerdì 29 aprile 2011

"Di bontà e qualità solita", tutto quello che c'è da sapere sulla stima del Palio

A beneficio di coloro che leggono il Canapo (sono molti anche dall'estero e cogliamo l'occasione per ringraziarli)  e non conoscono i riti del Maggio astigiano, pubblichiamo un pezzo di approfondimento sulla stima del Palio e sul giuramento dei rettori di domani sera.
L'articolo è tratto da www.atnews.it



Una data certa sull’inizio del Palio non esiste. Il cronista Ventura afferma, nelle sue cronache, che nel 1275 si corse attorno alle mura della nemica Alba, appena sconfitta da Asti, un Palio, "solet fieri in festa Beati Secundi", come si era soliti fare nella festa del Santo Secondo. Una data che si perde nella notte dei tempi, quindi, probabilmente nata poco dopo l’anno mille quando, nei liberi Comuni Italiani, era nata l’usanza di "currere ad Pallium"
Il Palio è una festa di popolo, un modo per sentirsi partecipe per un giorno anch’esso di quella che è la più alto ordine " che Iddio abbia creato e ordinato" come diceva il poeta Chretien de Troyes: la cavalleria.
Sabato sera, con partenza dalle ore 21 in piazza Cattedrale, un solenne corteo storico introdurrà le due cerimonie che si terranno in piazza San Secondo e che sanciranno l’avvio di Palio di Asti 2011.
La prima cerimonia è quella del giuramento: i ventuno rettori, come novelli cavalieri, portando sulle spalle il mantello nero con sopra le insegne del proprio rione, leggeranno la formula dove è chiesto "nei valori civici di libertà, solidarietà operosità sanciti nel codice Catenato, di comportarsi con lealtà e onore". Il capitano del Palio toccherà la loro spalla con una spada, intesa come simulacro della croce.
La seconda cerimonia è la stima dei drappi, quest'anno del celebre astigiano Antonio Guarene: sei stimatori, uomini di comprovata fede, giureranno sul codice Catenato che i Palii "sono della qualità e bontà solita": il drappo del Palio, più precisamente "sendallo" che prende il nome dalla tela di zendale (misto seta e cotone) con cui viene realizzato deve essere lungo sedici rasi (ogni raso circa 60 cm) per il Palio della corsa, dieci per il Palio offerto alla Collegiata. E’ una delle poche opere artistiche ancora su commissione e deve rispettare alcuni paletti ben precisi: dalla fine del XVIII secolo la tela reca l'immagine di San Secondo a cavallo con le insegne della Città, lo stemma ed il motto del Comune e l'anno di riferimento. In precedenza il drappo stesso, parzialmente srotolato, veniva appeso ad una picca e decorato con gli stemmi delle autorità cittadine.