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domenica 11 agosto 2019

Verso il Palio 2019 - Il Borgo San Marzanotto


San Marzanotto, borgo arroccato sulle colline a sud della città, al di là del Tanaro, è l’antico “Sanctum Marcianus”, citato nel diploma mediante il quale Federico Barbarossa nel 1159 conferma alla Città di Asti le località del distretto.

Fuori dall’odierno abitato, su una collina che si affaccia sulla valle del Tanaro, sorge, a testimonianza dell’epoca medievale, il castello di Belangero, antico feudo della nobile famiglia Asinari.

COLORI: oro e blu

RETTORE: Emil Dovico


VITTORIE: San Marzanotto non ha ancora al suo attivo alcuna vittoria.

TEMA DELLA SFILATA: "San Secondo di Asti a Venezia"

Secondo un’antica tradizione, nel 1237 alcuni mercanti veneziani riuscirono a trafugare il corpo di San Secondo martire e patrono di Asti, corrompendo i custodi della chiesa a lui dedicata, nella quale era sepolto e venerato. Giunti a Mestre, i ladri furono accolti come eroi dal doge Jacopo Tiepolo, ed il corpo del Santo, avvolto in un prezioso drappo di broccato, fu imbarcato con grande solennità per essere trasportato in Venezia ed esposto al giubilo dei cittadini. A metà del percorso la nave fu colta da una furiosa tempesta e dovette attraccare all’isoletta di Sant’Erasmo per cercare rifugio. La tempesta riprendeva violenta ogniqualvolta l’imbarcazione tentava di ripartire, ed il doge pensò si trattasse di un segno miracoloso a dimostrazione della volontà del santo di rimanere sull’isola – dove già esistevano una chiesa ed un convento di monache – che da quel momento in poi fu chiamata “Isola di San Secondo”. Nella sua definitiva dimora il Santo astigiano operò alcuni miracoli che rafforzarono la devozione dei veneziani; in particolare veniva invocato dalle partorienti, e in quanto valoroso cavaliere divenne il patrono dei soldati di mare che salpavano dalla Laguna per le operazioni di guerra nel Mediterraneo. Nel frattempo il vescovo di Asti aveva pubblicamente smentito il furto, dimostrando che i ladri sacrileghi non avevano trafugato il corpo del Santo martire e patrono, ma quello di un antico vescovo omonimo. I veneziani non se ne curarono, e continuarono per secoli a ritenersi unici depositari delle venerabili spoglie mortali di San Secondo di Asti. Quando nel XVIII secolo l’isola fu destinata a polveriera e a presidio militare, il corpo del Santo fu traslato in città nella chiesa dei Gesuati alle Zattere, dove è ancora oggi custodito in un’artistica urna marmorea nella cappella del Crocefisso dipinta dal Tintoretto. Recenti studi storici riconducono la vicenda alla “caccia” alle reliquie intrapresa dai veneziani tra XII e XIII secolo per aumentare il prestigio della città: ad essa si deve l’arrivo di quelle di San Marco evangelista, di San Zaccaria, di San Giovanni Battista e di San Nicola. La precisa volontà di appropriarsi del corpo di San Secondo, anche a costo di ricorrere a metodi illeciti, dimostrerebbe inoltre l’esigenza di arricchire il pantheon santorale veneziano con la figura di un aristocratico cavaliere in cui potesse identificarsi il ceto nobiliare cittadino in via di definitiva affermazione.

FANTINO: Il Borgo San Marzanotto non cambia e, confermando la scelta fatta lo scorso anno, anche per il Palio 2019 sceglie di affidarsi all'esperienza di Alessandro Chiti. Voragine, che lo scorso anno tornò a vestire i colori oro-blu già indossati in precedenza in cinque occasioni dal 2012 al 2016, vestirà così la giubba di San Marzanotto per la settima volta in carriera. Nelle sei precedenti esperienze Chiti ha saputo centrare per due volte l’accesso alla finale, nel 2012 e nel 2013. Il quinto posto ottenuto nel 2013 da Chiti coincide con l'ultima volta in finale di San Marzanotto che, dopo cinque Palii consecutivi terminati in batteria, punta quantomeno a tornare tra i finalisti, passaggio imprescindibile per poter sognare poi quella vittoria finora mai arrivata. E proprio la finale del Palio di Asti è un traguardo che Voragine ha saputo raggiungere nella propria carriera astigiana in sei occasioni, con il secondo posto del 1996 con Montechiaro quale suo miglior piazzamento in Piazza Alfieri. Quello del 1 settembre per Chiti, che in carriera ha difeso i colori di San Paolo, Montechiaro, Torretta, Santa Caterina, San Martino San Rocco, San Pietro, Baldichieri, Canelli e, appunto, San Marzanotto, sarà il ventunesimo Palio corso ad Asti.

CAVALLI: Due presenze allo stadio ed altrettanti cavalli testati per Chiti: La Via da Clodia e Quantovali. Il primo vanta già due esperienze in Piazza Alfieri, entrambe con il Comune di Nizza e con la monta di Alessandro Cersosimo ed entrambe concluse con l'accesso alla finale, e potrebbe rappresentare la scelta d'esperienza. Quantovali, invece, non hai mai conosciuto il tracciato astigiano ma può vantare la vittoria arrivata a fine 2018 nel Palio di Castel del Piano, oltre all'esperienza accumulata portando a termine il percorso di avvicinamento al Palio di Siena. Proprio stamane, infatti, il cavallo ha preso parte alle Prove Regolamentate, non riuscendo però poi ad essere ammesso alla Tratta. I due cavalli, qualora fossero quelli scelti da San Marzanotto, rappresenterebbero garanzie di esperienza e permetterebbero a Chiti di scegliere il mezzosangue maggiormente adatto a Piazza Alfieri.